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Sorrentino dirige Jude Law in "The Young Pope": interviste al cast e trailer dell'attesa Serie TV

Martedì, 11 Ottobre 2016 17:23

Dal 21 ottobre in prima TV su Sky Atlantic arriva "The Young Pope".

Creata e diretta da Paolo Sorrentino, la serie Tv in dieci episodi racconterà la storia di Lenny Belardo (interpretato da Jude Law), il prima Papa della storia: PIO XIII. "The Young Pope" è una produzione targata Sky, HBO e Canal+ e prodotta da Wildside.

All'anteprima stampa abbiamo visto le prime due puntate ed incontrato il cast al completo ad eccezione di Diane Keaton. Questo quel che ci hanno raccontato.

Dicono di Young Pope: il Regista.

Paolo Sorrentino: "In Vaticano ci sono stato non più di mezz'ora (senza girare nulla). Tutto il resto lo abbiamo ricostruito a Cinecittà, girato all'Orto botanico di Trastevere ed in varie Ville. Questo lavoro piuttosto monumentale nella sua dimensione produttiva è stato possibile solo grazie ad uno sforzo collettivo, ad un gruppo di attori eccellenti e su un piano umano straordinari, una cosa non scontata nel nostro mestiere e motore necessario per andare avanti a lavorare per 7 mesi".

E ancora: "Questa meravigliosa opportunità (una serie tv) consente di fare quello che una volta si faceva al cinema. Fare cinema d'autore poderoso e lunghissimo. Ora c'è la possibilità di spostare questa ambizione sulla televisione. Ciò è possibile grazie ai committenti che hanno realizzato le due condizioni necessarie per affrontare il lavoro: la libertà creativa ed una disponibilità economica importante (40 milioni di euro il budget totale). Il Clero nel nostro paese è stato sempre rappresentato nella sua infallibilità o nella sua malvagità; più dagli americani in verità. L'idea era di raccontarlo per quel che è: esseri umani con i loro pregi, difetti, limiti, capacità ed incapacità. Questo pensiamo non sia mai stato fatto davvero. La serie nella sua compiutezza non avrà aspetto provocatorio. Sta nell'ordine delle cose che una narrazione ribalti la sue premesse".  

Il primo partner è stato Sky, poi Canal+ ed HBO che mai aveva collaborato ad una produzione europea, tanto meno italiana. Il 20% del budget della serie è italiano, il restante è straniero ma tutto è stato investito in Italia ed ora la serie è già stata venduta in 110 paesi. Ogni anno negli Usa sono prodotte 450 serie tv e Sky, oltre a cercare di comprare le migliori, quando vuole produrle cerca qualcosa che marchi una differenza profonda con quel che arriva dal mercato internazionale. Diversa in termini di linguaggio, visione, struttura produttiva: è quel che succede in "The Young  Pope".

La costruzione della gestualità e la maschera del potere. Un misto di incoscienza e consapevolezza ed un Papa metà PIO XII e metà Wayne Rooney

Dicono di Young Pope: il cast.

Jude Law: "Prima di tutto il mio istinto fu cercare di studiare la storia del Vaticano, la storia dei diversi Papati e l'effetto che hanno avuto sulla fede cattolica. Mi sono subito reso conto dell'enormità del materiale a disposizione e dell'impegno enorme che richiedeva affrontarlo e la prima reazione è stata di panico, la seconda è stata la consapevolezza che pur avendo intrapreso questo cammino di studio e ricerca non riuscivo a trovare alcuna indicazione chiara su come dovesse essere il mio Papa. Mi sono quindi rivolto più verso il mondo creato da Paolo e fatto guidare dalla sua regia perchè mi sembrava che questa fosse la strada più semplice per tratteggiare il personaggio che interpreto. Ho seguito le indicazioni di Paolo per costruire un uomo che fosse credibile e che all'età  di 47 anni fosse arrivato al papato guardando al suo passato da orfano e con l'influenza che questo passato ha avuto. Un uomo che lascia sempre tutti ad interrogarsi  su cosa gli stia passando per la testa. Per quanto riguarda la gestualità e la postura tutto è stato influenzato dall'abito in senso letterale. Mi ero sempre chiesto, guardando le immagini dei vari Papi, perchè tenessero sempre le mani conserte. Beh, il motivo è molto semplice, non sai dove altro metterle con quelle vesti! Ho lavorato sull'essenzialità delle movenze che dessero maggior potenza gestuale".

"La postura di Pio XII - ha aggiunto Sorrentino - cui si ispira è molto simile a quella del Papa ritratto in una foto dopo il bombardamento di San Lorenzo. Poi per non prenderci troppo sul serio, con Jude abbiamo deciso di rifarci anche a Wayne Rooney che quando segna alcune volte assume quella posizione".     

E ancora: "Nei casi migliori, e questo ne è un esempio perfetto, il lavoro in armonia è il massimo per dare di più, anche se c'è chi crede che nella conflittualità esca la creatività. Per me come attore non esiste che io parta da un processo o da un metodo che devo seguire per interpretare il mio personaggio. Il compito di un attore è capire ciò che vuole il regista. Da una parte c'era una composizione estetica, dall'altra il cuore ed il sentimento. Il compito dell'attore è esser ponte tra queste aspetti". 

Silvio Orlando è il Cardinal Voiello, Segretario di Stato, calcio-maniaco e fedele al culto del Napoli quasi quanto a quello di Dio. Maschera di doppiezza e scaltrezza, ha recitato in inglese, una bella sfida per lui.

Silvio Orlando: "Alla fine di questo film mi sono sentito un pò come la Cristoforetti reduce da una missione internazionale nello spazio. Tutti mi facevano sentire così... Capisco che nessuno si aspettasse niente da me! Sono orgoglioso di essere dentro una cosa così bella. Io appartengo ad una generazione in cui la ricerca della bellezza è sembrata persino una volgarità. Paolo invece ha sparigliato le carte cercando la bellezza attraverso le immagini senza paura di estetismi. Devo molto del mio personaggio a Gianluca Guidi, io e lui sembriamo come Batman e Robin. Sono frastornato e felice. Spero si ristabilisca quella dialettica che c'era sempre stata tra produzione e registi e che qui è stata la chiave del successo. Spesso ci si sbilancia troppo o da una parte o dall'altra in prodotti che alla fine non sono di nessuno".

Ludivine Sagnier è Ester Aubry, un personaggio destinato a crescere dopo due puntate in cui è appena accennato eppure già molto curioso. E' chiamata a racchiudere insieme innocenza, bellezza e fede. 

Ludivine Sagnier: "Sorella Mary (Diane Keaton) dice nel corso del secondo episodio che il Vaticano è pieno di anime perse che non hanno vissuto. Credo sia la giusta descrizione del personaggio di Ester. Molto innocente ma che non definirei integralista, piuttosto una donna che ha una concezione un pò all'antica della religione. Desidera ardentemente una cosa  che non riesce ad avere e per questo ha un forte senso di colpa. Nel momento in cui ascolta le prime parole del Papa si identifica immediatamente con quel che afferma durante la sua prima omelia. Si dice perciò di non meritare di diventare madre. E' forse un caso che io abbia una profonda fede religiosa e che quindi comprenda bene certe dinamiche. Sono stata fortunata come attrice perchè sino ad ora non avevo mai potuto approfondire questa parte di me. Sono andata a scavare nel mio profondo ma allo stesso tempo ho cercato di prendere le distanze dalla mia fede". 

Scott Shepherd è il Cardinal Dussolier. Cresciuto insieme a Lenny Belardo nell'orfanotrofio di Suor Mary, sarà scelto come Prefetto della Congregazione per il Clero. 

Scott Shepherd: "C'è una battuta pronunciata all'inizio della prima scena che è stato il  punto di partenza per costruire il mio personaggio. Quando suor Mary mi chiede se mi piaccia vivere in Vaticano io rispondo: "Qui c'è odore di incenso e morte, io preferisco quello della merda e della vita". L'ho usata per distinguermi dall'idea che ha Lenny della Chiesa. E' geniale quel che fa Paolo nel girare la storia col l'interrogativo su chi sia veramente Lenny ed in che direzione stia andando. In una delle scene ancora non viste si vedono i due ragazzi uscire di nascosto  dall'orfanotrofio ed ad un certo punto io dico a Lenny che occorre tornare indietro. Lui risponde: "D'accordo" e poi continua per la sua strada. Credo la scena dica molto del chiaro senso di meta che ha Lenny. Entrambi hanno una fede profonda ma allo stesso tempo hanno tanti dubbi che li lacerano. Li affronteranno ma in maniera diversa".

di Alessandro Giglio