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Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, la travagliata e sofferta esistenza della leggendaria cantante jazz

Mercoledì, 04 Maggio 2022 09:34

 

"Gli Stati Uniti contro Billie Holiday" è un biopic sulla travagliata e sofferta esistenza della leggendaria cantante di jazz Billie Holiday.

 

Il film è un adattamento del  libro di Johan Hari "Chasing the Scream " ed è diretto e prodotto da Lee Daniels, già regista di "Precious", dell'insolito"The Paperboys" e di "The Butler. Un maggiordomo alla Casa Bianca".

  

La sceneggiatura è del premio Pulitzer Suzan-Lori Parks, Il film è stato premiato con il Golden Globe per la miglior attrice protagonista in un film drammatico alla cantante Andra Day, anche candidata al Golden Globe per la miglior canzone e all'Oscar per la migliore interpretazione femminile.

Partendo da una intervista di Billie Holiday il film è costruito con una serie di flashback in cui si ritrovano come in un mosaico i momenti salienti della vita della cantante, i grandi successi, i duetti con Louis "Satchmo" Armstrong e Lester "Prez" Young, i mariti violenti e approfittatori, i concerti, le tournée, l'eroina, il carcere , i fantasmi del passato, ma soprattutto la sciagurata persecuzione ad opera dell' FBI e del razzista protervo Harry Anslinger, braccio destro dello stesso Hoover.

Il motore della vicenda è il coraggio ostinato e orgoglioso di Billie Holiday nel voler cantare "Strange Fruit", una canzone sui linciaggi che ancora subivano le persone di colore negli Stati Uniti. La polizia federale vede la canzone come una denuncia non solo delle brutalità dei bianchi, ma dell'intero sistema americano, radicalmente discriminatorio e razzista. Intima così alla cantante e al suo gruppo di eliminare "Strange Fruit" dalla scaletta dei concerti, minaccia, infiltra degli agenti nell'entourage, il Jimmy Fletcher di Trevante Rhodes (Moonlight), ma soprattutto usa la dipendenza di Billie Holiday per arrestarla e tentare di ridurla a desistere.

Come recita il titolo, il film divide la vicenda in due parti contrapposte, forse un po' troppo schematicamente, il potere dei bianchi, i tribunali, le prigioni, la persecuzione poliziesca, e l'umanità dei musicisti di colore, la loro arte, le loro debolezze, le canzoni sofferte di Billie Holiday - le sequenze migliori del film sono le interpretazioni che ne dà Andra Day -, e soprattutto l'orgoglio nel voler continuare ad esprimersi liberamente e a denunciare i soprusi di cui la comunità di colore è vittima.

Dal 5 maggio nei cinema.

Di Marco Minutillo

 

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday: la locandina del film