La penultima traccia di Museica tratta del complesso tema del tempo, e del tempo approfondisce solo una delle sue conseguenze: la tardività, il tempo quando ci è nemico e ci fa capire che siamo costantemente in ritardo; che i compiti, le consegne, lo studio, il lavoro, gli appuntamenti, la vita stessa, sono limiti convenzionali fatti solo per essere prorogati, ritardati.
Godetevi la lettura delle interpretazioni di Cover e di Non me lo posso permettere, Giotto Beat e Mica Van Gogh e Fai da Tela!
Il video è girato nella stessa "casa da artista" che ospita il retro di Museica e alcune delle foto pubblicitarie, vista nel settore dell'orologiaio, e Caparezza ci canta guardandoci fisso negli occhi e circondato da una cerchio di orologi. Clamorose, e sul serio mi ammazzo ancora dalle risate riguardandole, le scenette tra una verso e l'altro con il nostro Capa travestito di volta in volta nel personaggio che canta nella canzone. Spettacolare la featuring con Micheal Franti, personaggio strepitoso sia dal punto di vista musicale che d'immagine: il tempo corre e Micheal corre a piedi scalzi per arrivare in tempo all'appuntamento con Caparezza.
"Informiamo i visitatori che il museo chiuderà tra 5 minuti.
"Inform visitors that the museum will close in five minutes.
il messaggio è chiarissimo. Mancano solo cinque minuti alla fine della visita Museicale, è arrivato il momento di raccogliere le idee su quello che abbiamo ascoltato nel CD e lasciarci alle considerazioni finali. E, dulcis in fundo, l'ultima tela Museicale è La Persistenza della Memoria, di Salvador Dalì. Il quadro non solo è un riferimentio al tema della tardività e tramite gli orologi, gli strumenti con i quali misuriamo il tempo, e, di conseguenza, la nostra puntualità con gli appuntamenti della vita, spalmati in un ambientazione eterna, senza tempo; è anche il cardine della concezione surrealistica del tempo, relativo come la teoria della relatività di Einstein, stravolto dalla scoperta che la massa è energia e che il tempo corre diversamente a seconda della velocità che si raggiunge. Il tempo ortodosso, immodificabile e immanente, giace nella tela spappolato dal genio umano e dalla natura delle cose. Un tempo che si dilata nella persistenza della memoria umana, nella consapevolezza che i ricordi importanti, per quanto vaghi, nella nostra mente permarranno eternamente. Il quadro museicale però, più che aggredire il tempo nella sua visione oggettiva, lo analizza in quella soggettiva, nel rapporto che l'uomo nella sua vita ha con il tempo e con il suo scorrere relativo.
Ho pubblicato il primo disco che era già tardi,
30 anni quando ho cominciato a chattarvi.
il tempo delle volte, nella sua relatività ci fa dei pessimi scherzi. Non so voi, ma io non avrei mai immaginato che il Capa avesse 41 anni ( a questo punto dovrei cominciare a chiamarlo Signor Caparezza): è la stessa Pala Eolica sulla Statale che riflette su quanto il tempo sia corso per lui, e quanto sia particolare la sua carriera, iniziata praticamente a 30 anni con Verità Supposte, quando le carriere dei musicisti, in genere, iniziano a età molto più precoci. Il fatto che il Capa designi Verità Supposte come l'inizio della sua carriera, suona un po' come un tacito disconoscimento di "?!" : ai poster Museicali l'ardua sentenza.
non perche sia pigro come il gatto, già, Garfield,
è che si guarda Bambi e puff siamo già grandi.
La carriera del Signor Caparezza è iniziata tardi non per la sua pigrizia - l'impegno nella musica e le qualità compositive erano ben evidenti anche nel primissimo Caparezza e, un po' meno lampanti, anche in Mikimix- ma perché solo con "Fuori dal Tunnel" è riuscito a penetrare nella musica italiana come una voce nuova e un genere completamente originale. Insomma non è come il pigrissimo Garfield Caparezza; è che il tempo scorre velocissimo e ci fa sembrare sempre un po' in ritardo, e da Bambi alla età adulta è un battito di ciglia.
Ed è tardi per tornare sui miei passi,
per diventare maschio alfa in un Alfa coi raschi.
Non si può tornare indietro nel tempo, è tard anche per ricominciare da capo per Caparezza e fare il rapper con i soldi e l'Alfa coi raschiavetri. E meno male, aggiungo io, meglio il Capa desolato e depresso di "?!" e "Verità Supposte"da cui è esploso il genio moderno degli album successivi.
Passa il tempo e sono off man come Dustin.
fuori moda come il nokia con i tasti.
41 anni, essere alla moda ormai vorrebbe dire far ridere, passa il tempo e il Sig. Capa è "off", fuori dagli schemi, dagli usi e dalle consuetudini di oggi, come è Hoff, Dustin Hoffman. Come ormai sono "in" solo gli smartphone e i telefoni touch screen e sono completamente "off" i telefoni con la tastiera e il T9, di cui ricordiamo con affetto l'indistruttibile Nokia 3310.
Ci hanno truffati ma è già tardi per chiamare i gendarmi,
restiamo qui, polli, sì, senza J.Harvey.
Il tempo è una truffa, ma una truffa per la quale è sempre troppo tardi invocare giustizia, e rimaniamo inerti ad osservare le ore, i giorni, e gli anni che corrono in fretta senza poterli controllare. Noi polli, lei Polly Jean Harvey, meglio nota come PJ Harvey, è la seconda magia letteraria del Capa in questo pezzo, dopo Hoff-off nel distico precedente, adesso Polly-polli.
Troppo tardi per azioni di massa corali,
passano i bari, chiusa la cassa, ripassa domani.
Ammetto sempre, quando perdo, la mia sconfitta. E ammetto quindi che questi due versi mi sono del tutto oscuri, ha vinto il Capa in questa sezione della battaglia ermeneutica. L'unico riferimento che mi è venuto in mente è quello ad un'altra opera pittorica, "I Bari" di Michelangelo Merisi ( Caravaggio e grazie a Veronica Valepiano, lei sa perché): è sempre troppo tardi quando scopriamo che il farabutto ci sta imbrogliando. Troppo tardi anche per comprare due cose per la cena perché i supermercati sono tutti chiusi; troppo tardi anche per unirci e combattere contro qualcosa. Fatto sta che ho bisogno del vostro aiuto, scrivetemi come avete fatto per le precedenti interpretazioni, sulla pagina Radio Libera Tutti e portiamo alla perfezione l'indagine ermeneutica sui testi!
E siete accorsi puntuali, come sempre, ad aiutarmi: questa volta, data la altissima qualità dei vostri interventi, vi cito col virgolettato:
Paolo D'Indinosante " il primo verso si riferisce in modo ironico, come Capa oramai ci ha abituati, al disfattismo delle persone che non pensano siano realizzabili azioni di gruppo volte al cambiamento, come manifestazioni o altri tipologie di protesta, perché ritenute del tutto inutili. Il secondo, invece, oltre che per l'intuibile significato letterale delle parole (delle persone, "i bari", arrivano in ritardo rispetto all'orario di chiusura del supermercato e, per questo, sono invitate a ripassare il giorno successivo, dacché la cassa è già chiusa), va apprezzato per l'impiego del campo semantico dell'attività funebre: "bari" si può benissimo trasformare in "bare" per poliptoto (leggera variazione morfologica), divenendo, così, un sottile bisticcio (uso di parole con grafia e sonorità uguali, ma significati differenti) che lega le bare intese come donne scorrette alle altre bare, i feretri; la "cassa" che è già "chiusa", a sua volta, si rifà inevitabilmente alla cassa da morto (o bara, appunto). L'utilizzo di parole che appartengono a questa particolare branca di lessico mi fa pensare a un riferimento alla morte che incalza con lo scorrere del tempo, ossia quando, piano piano, diventa tardi. Infine, l'accenno al quadro di Michelangelo individuato mi sembra, a dire il vero, poco convincente"
Stefano Coluccia, invece, la butta sul giuridico: " Io credo si riferisca a delle class action(azioni corali). Class action che in genere vengono fatte contro chi ha truffato dei consumatori(bari). E che comunque è tardi per chiedere un eventuale risarcimento(chiusa la cassa, ripassa domani)."
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è tardi per sollevare stendardi
e combatterci come Franchi coi Longobardi.
Sono completamente in ritardo e fuori dal tempo le ideologie, hanno perso di senso le battaglie politiche fondate sulle idee e sulle diverse concezioni della realtà. Sono in ritardo la destra e la sinistra, il Comunismo e l'estrema destra, liberismo e statalismo: ora nell'agorà poltica si discute solo tramite insulti, e, di rado, di contenuti. Inutile, vecchio, tardivo farsi la guerra sulle ideologie, come i Franchi con i Longobardi nell'VIII secolo a.C.
Se il paese va in default sono cazzi,
una vita da ologrammi, black out, è troppo tardi.
E di contenuti, benché terrorizzanti, si discuteva nel momento storico, recente ma già rimosso dalle nostre memorie, in cui l'Italia ha rischiato il default, nel lasso di tempo in cui la crisi ha rischiato di diventare irrimediabile in italia come in Grecia o in Portogallo. C'era Berlusconi a Palazzo Chigi, e Napolitano e la BCE presero atto dell'impossibilità di affidare alle mani di un incompetente come il cav. una questione, quella italiana, così delicata per gli equilibri socio-economici europei. Di qui Mario Monti, che indubbiamente ha salvato il paese dal black-out, ma che ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare, dalla riforma Fornero agli esodati. Dopo questo breve excursus storico,è evidente che se tornassero tempi bui come quelli, e avvenisse il default come cantato dal Capa, sarebbe troppo, troppo tardi per tornare indietro e cominciare a fare le riforme.
Per trovare lavoro, è tardi,
per diventare buono, è tardi,
per prenotare un volo, è tardi,
per cambiare città, è tardi,
per finire l'università, è tardi,
per i traguardi...
Rit.
è troppo tardi, ma non mi fermerò,
è troppo tardi, ma non mi fermerò,
è troppo tardi, ma non mi fermerò,
It's too late, but I won't stop,
It's too late, but I won't stop,
It's too late, but I won't stop,
Troppo tardi per trovarsi un lavoro, sono troppo vecchio, poco qualificato, e non ci sono sbocchi per me; troppo tardi per diventare buono, è trascorso il tempo e ho già commesso troppe cattiverie; è troppo tardi per programmare il viaggio che avevo in mente da tempo, è passato il tempo e ora costa troppo prenotare; troppo tardi per traslocare, è passato il tempo e mi trovo bene dove vivo; troppo tardi per finire l'università, sono troppo vecchio e non riesco più a studiare; troppo tardi per raggiungere i trarguardi che ci siamo posti. Il quadro che emerge dai versi antecedenti al ritornello è raccapricciante: l'uomo è inerte nei confronti dello scorrere del tempo, e nella maggior parte dei casi si adegua alle conseguenze della proprio ritardo. Caparezza invece non si è fermato, e non si fermerà mai: come quando sai che sei in ritardo per prendere un mezzo pubblico, guardi l'ora e sai che è impossibile che riuscirai a salirci sopra, ma non ti fermi, continui a correre. Il sig. Caparezza continua per la sua strada senza curarsi delle sopravvenienze e degli inconvenevoli che derivano dal passare degli anni, e insieme al fenomenale Micheal Franti, - they won't stop - non si fermeranno.
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Spero che, come successo per Cover, Non me lo posso permettere, Giotto Beat, Mica Van Gogh e Fai da Tela sarete in tanti a scrivere sulla nostra pagina Radio Libera Tutti per consigliare interpretazione più puntuali, esprimere i vostri pareri, discutere con me delle canzoni e perché no, interpretare anche voi un pezzo, visto che essendo un lavoro lungo e faticoso, non potrò farlo per tutti i brani di Museica.
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