AUTORE: Vladimir Nabokov
EDITORE: Gli Adelphi
ANNO: 1992
PAGINE: 395
Ho sempre pensato che la lettura di un libro sia estremamente personale.
Ognuno di noi ha libri che ritiene facili, altri difficili.
Non so se esiste un modo univoco di cogliere quello che effettivamente uno scrittore ci voglia trasmettere. Ma molto di quello che i libri ci regalano lo dobbiamo al nostro stato d’animo in quel momento.
La storia di ‘Lolita’ è conosciuta un po’ da tutti.
È quella di un uomo che si innamora di una giovanissima ragazza. Quando viene scoperto fugge, rapendola pur di averla tutta per sé.
Dopo diverse peripezie Lolita, in seguito a una malattia, riesce a sfuggire. Per Humbert, il protagonista, inizierà una frenetica ricerca.
Lolita non è stato un libro semplice per me. Per cogliere ogni piccola sfumatura ho dovuto confrontarmi molto. Inizialmente Lolita mi è parsa anaffettiva, come quasi fosse anche lei, alla fine, carnefice.
Ma sta proprio qui il tranello di Nabokov. Ciò che è importante non è tanto cosa racconta, ma come.
Rileggendolo mi sono ricreduta e ho potuto apprezzare tutta la potenza di questo libro.
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta. Era Lo, null'altro che Lo, al mattino, diritta nella sua statura di un metro e cinquantotto, con un calzino soltanto. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea punteggiata dei documenti. Ma nelle mie braccia fu sempre Lolita.
Di Martina Barbieri.