Proprio ora che Expo è prossimo alla chiusura, sta riscuotendo curiosità e un numero incredibile di visite giornaliere.
Agli onori delle cronache per le file chilometriche è rimbalzato il padiglione del Giappone, dato che lo scorso Settembre si sono toccate anche le 7 ore e mezzo di attesa per entrare. In questo articolo vi proponiamo alcuni scatti che abbiamo fatto in esclusiva nelle sale interne che tanto successo stanno riscontrando.
L'ESTERNO DEL PADIGLIONE
A vederlo da fuori, il padiglione del Giappone è il più basso di tutti: è sufficiente alzare di poco il viso per terminare la vista del conglomerato di piloni che rivestono la parte esterna dello stabile. L'effetto da fuori è incredibile: pare come se migliaia di passoni fossero incastonati fra di loro e già questa è una meraviglia. Il Giappone ha voluto portare a Milano un nuovo modello di costruzione facilmente smontabile (il governo di Tokio deve ancora decidere se smontare il padiglione, riportandolo in patria, o regalarlo alla fondazione Expo), componibile in poco tempo, antisismica, ecologica perché costruita interamente in legno e depuratrice con l'acqua. Infatti questo legno scelto è lavorato con una tecnica particolare che purifica l'acqua piovana se inquinata e ristabilizza il ciclo della stessa in maniera naturale.
TEMA E STRUTTURA DEL PADIGLIONE
Come ci spiega una ragazza cordiale e gentile che guida la stampa negli interni, il tema scelto dal Giappone per l'Esposizione Universale è: Diversità Armoniosa. Il Giappone è rinomato per la sua varietà culinaria e per essere riuscito a coniugare tutti i tipi di cibo senza distruggere l'ecosistema (dimenticando la caccia alle balene): l'agricoltura, la pesca e il bestiame. E ad Expo hanno voluto riproporre una tecnica per mantenere assieme questa Diversità Armoniosa, che ha permesso al Paese del Sol Levante di avere un popolo sano e longevo, in armonia con la natura.
L'interno è strutturato su 2 piani, per 9 stanze di cui 3 sono corridoi arredati.
PRIMA SALA
Nel primo ambiente sono esposte delle riproduzioni luminose di opere di illustri artisti giapponesi che raffigurano la natura e il rapporto dell'uomo con la stessa, soprattutto con la pioggia. Gli ukiyo-e (così si chiamano) brillano di colori vivi e trasmettono eleganza alla sala.
Di fronte allo spettatore viene proposto un video (Expo è pieno di filmati da far male la testa) in cui si dà risalto ai disastri che l'uomo ha compiuto verso il suo pianeta, la Terra. Luce, ombra, vita e morte sono i quattro elementi che vengono trattati, con il loro rapporto conflittuale ma necessario per il mantenimento del ciclo vitale. Si ripercorrono i vari stadi della "vita della pioggia", che può compiere disastri, ma senza la quale non possiamo vivere. E che pone l'uomo davanti le sue responsabilità quando ci sono le alluvioni.
SECONDA SALA
Appena si entra nel secondo ambiente, si viene colpiti dalla grandezza della sala, un effetto ottico creato da un gioco di specchi. A terra si muovono degli elementi a forma di sgabello (forse per far sognare un po' di riposo ai visitatori dopo ore di fila), come se fossero trafitti dal vento e che invece rappresentano i chicci di riso. Il Giappone è ricco di risaie perché essendo un territorio molto piovoso, quelle piantagioni mantengono il livello dell'acqua in maniera accettabile, senza far alluvionare continuamente i terreni circostanti.
Nel secondo video che viene trasmesso si fa vedere il ciclo del riso, le sue fasi di coltura, l'armonia dei primi villaggi giapponesi con le risaie e le distruzioni di oggi. Una cicogna ripercorre i campi, a simbolo di un ecosistema ricco, di cui il volatile ha bisogno per vivere in salute.
TERZA SALA
Il terzo ambiente, di fatto, è un corridoio dove si ripercorrono i profumi che sentiremmo se andassimo in una provincia giapponese. A seconda della stagione in cui si è visitato Expo - primavera, estate autunno, inverno - il visitatore ha potuto respirare gli odori di quella stagione.
Una idea particolarmente bella e coinvolgente.
QUARTA SALA
Proseguendo col percorso, ci si trova in un'altra sala dove al centro è presente un albero luminoso con tutte animazioni dei piatti e delle curiosità della tradizione giapponese. Scaricando la app del Padiglione del Giappone ed inserendo il proprio cellulare in una apposita fessura, si poteva "catturare" un piatto e saperne tutte le particolarità sul proprio smartphone.
QUINTA SALA
L'ambiente successivo è, di nuovo, un corridoio dove sono appesi tutti i piatti serviti sulle tavole giapponesi, le tecniche di pesca, le antiche monete con cui si pagava nell'antichità il cibo. Una delle parti più curiose di questo padiglione.
SESTA SALA
Andando avanti ci si trova in una sala con 4 pianeti, raffiguranti la Terra in 4 problemi naturali differenti: l'esplosione democrafica e la crisi alimentare; la sovrabbondanza e l'insufficienza; i cambiamenti climatici con l'agricoltura a rischio; la distribuzione iniqua delle risorse cibarie. Ogni pianeta proponeva una soluzione a quattro aspetti differenti del problema e si andava dal suggerimento di estendere le piantagioni di riso e soia che catturano l'acqua, ostacolando le inondazioni e l'abuso di pesticidi, al mantenimento della cucina tradizionale, al sostengo delle imprese cooperative agricole, che favoriscano l'agricoltura tradizione, all'uso dei vermi della terra per fertilizzare il terreno senza l'uso di concimi chimici.
La sala non era fotografibile.
SETTIMA SALA
Questo ambiente è il più brutto e tradisce lo scopo per il quale è stato pensato, ovvero mostrare le differenti stoviglie giapponesi e la tradizione di abbinare le stesse con i piatti serviti. Entrando, ci troviamo in un salone dove è esposto un tavolo molto lungo, con molte sedie, il cui piano orizzontale è incrinato verso l'alto. Su di esso sono presenti le stoviglie tradizionali, la cui fattura si è tramandata nei secoli e ancora oggi, nella società super industrializzata, vengono prodotte secondo le regole del tempo. Peccato che questa sala dovrebbe mostrare (appunto) i colori dei piatti e delle stoviglie e invece sono nere per seguire il motto del Libro d'Ombra, scritto da un imporante autore giapponese, Jun'ichiro Tanizaki.
OTTAVA SALA
Nell'ultima sala si viene invitati a sedere in un grande ambiente, molto simile ad uno studio televisivo, con un grande videowall e tavoli interattivi sui quali si deve cliccare la nostra stagione preferita, se si preferisce carne e pesce, i colori, ecc.. Subito dopo una ragazza e un ragazzo simulano uno spettacolo gioioso e stentato nella sua (ipocrita) felicità, dove mostrano i dati delle percentuali delle scelte fatte e si lancia un grido di speranza che la Terra ce la farà, se seguirà i consigli degli avi senza distruggere la natura. Utile forse per i bambini, ma non per gente adulta. Si fanno gridare le due parole più famose del Giappone come: "Itadakimasu" e "Gochisousama", in riconoscenza alla natura e a chi ha preparato le pietanze.
Sicuramente, se si va ad Expo, è giusto visitare il padiglione del Giappone perché si viene colpiti dall'eleganza delle proposte scelte e dalla cortesia maniacale del personale. Ma non vale la pena fare 7 ore di fila, perdendo l'occasione di vedere altri stand.
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