I nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno rappresentato la lotta alla mafia italiana.La stessa lotta che, secondo Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, sta portando avanti il magistrato Antonino Di Matteo.
Radio Libera Tutti ha contattato il fratello del magistrato ucciso in un attentato a Palermo in via D’Amelio, desideroso di verità e giustizia dal 19 luglio 1992 perché quella strage, dice Salvatore Borsellino, è una strage di Stato”. Borsellino è anche il fondatore del movimento Agende Rosse. Il nome prende spunto da quell’agenda rossa che il fratello aveva nella sua borsa e che conteneva, secondo Salvatore, “quei ricatti incrociati che reggono i destini della Seconda Repubblica”. Il giornalista Marco Travaglio la definì “la scatola nera della Seconda Repubblica”.
Una parte della Sicilia ha organizzato una manifestazione per Nino Di Matteo, perché “i giovani vogliono il riscatto, le vecchie generazioni sono inclini a chinare la testa”. Nella manifestazione del 14 novembre 2015 in favore del magistrato Di Matteo nessun simbolo politico sarà presente, perché non è uno spazio per la competizione elettorale.
Salvatore svela alcuni retroscena sulla strade di Via D’Amelio, parla del rapporto tra istituzioni-mafia-vittime di mafia, e dice che a rompere il silenzio è stato solamente Pietro Grasso, il Presidente del Senato. ”Non mi aspetto niente dalla politica, ma dall’antimafia che fanno i giovani. Se non ci sarà un ricambio nel nostro Paese, non mi aspetto nulla”, dice Borsellino ai nostri microfoni. “I familiari delle vittime di mafia – continua - hanno un triste destino: se si limita a piangere una volta l’anno, allora viene ascoltato, ma se vuole verità e giustizia viene spesso attaccato sia dalle Istituzioni sia dagli organi di stampa”.
Il messaggio di Salvatore alla radio e al nostro Claudio
Tra giorni prima di questa giornata di sabato 14 novembre ho incontrato a Roma un ragazzo che conoscevo per la prima...Posted by Salvatore Borsellino on Lunedì 16 novembre 2015
