Non è esatto dire che in questi anni non ci sia stato alcun antiberlusconismo, in parte c'è stato ma di tipo sfumato. E' stato un antiberlusconismo basato non sui fatti concreti (vedi il fatto che Berlusconi, come ha stabilito la Cassazione, è un ladro che nelle Istituzioni non deve e non avrebbe mai dovuto mettere piede) ma sulle gaffes, sulle cose buffe, sulle cose che lo rendono simpatico agli italiani.
Bisogna focalizzare l'attenzione, in primo luogo, al caso Ruby. In questo caso, l'aspetto più grave non è il presunto (o possibile) sfruttamento della prostituzione minorile che Berlusconi avrebbe commesso, bensì la concussione a danno della Questura di Milano. Testimone ne è la sentenza di I grado, pronunciata dal Tribunale di Milano, dato che la pena più grave è dovuta principalmente a questo secondo, gravissimo reato. I dirigenti del PD però non ne hanno fatto mai e non ne fanno menzione davanti alle telecamere, parlando dell'ex Premier semplicemente come un vecchio porco, e non dipingendolo invece come una persona che ha rappresentato un potere che sta abusando e ha abusato indebitamente su un altro potere dello Stato, costringendolo a rilasciare sommariamente una persona sottoposta ad ordine di fermo, sulla base di motivazioni rivelatesi, poi, assolutamente false. Tanto è vero che quando ci si trova a parlare con le persone di questa storia, non balza certo all'occhio dell'opinione pubblica, e dello stesso elettorato del PD, questo secondo aspetto della questione. Facendo così, lo si rende sì indegno agli occhi di una parte della popolazione, ma non lo si addita come quello che è, un vero criminale. Con tutte le conseguenze del caso, cioè che a molti italiani il Cavaliere (probabile ex?) piace perché ai loro occhi appare e viene di fatto rappresentato come un gran furbo. E così sta avvenendo in quest'ultimo caso della sua decadenza dal seggio parlamentare, dovuta alla definitiva condanna a 4 anni di reclusione (di cui tre indultati, grazie alla legge del 2006) della Cassazione sul caso di frode fiscale riguardante la compravendita dei diritti TV Mediaset, che dipinge l'ex Presidente del Consiglio, nelle motivazioni allegate alla sentenza come una persona “con l'innata propensione a delinquere, ideatrice di una frode fiscale di proporzione notevolissima a danno dello Stato”. Il PD stavolta voterà a favore della decadenza di Berlusconi da senatore perché non può perdere altri voti e perché “non può andare contro la legge” (parole del segretario Epifani), non certo perché è giusto.
Sembra infatti quasi vederli disperarsi dalla prospettiva di essere costretti a votare contro il proprio alleato e in teoria principale avversario politico. E ripetono ed hanno ripetuto la stessa cosa tutti (a parte qualcuno) i politicanti o presunti tali che si sono presentati e si presentano alle Feste democratiche (o dell'Unità?) di questa lunga estate festaiola.
Dovremmo fidarci di questa cattiva coscienza? Sembrerebbe, visti i trascorsi, di no.