La ripresa scolastica è alle porte, ma anche l’anno scolastico 2020/21 sembra che sarà irrimediabilmente segnato dalle interruzioni e dall’incertezza. Dopo un inizio “a distanza”, con diverse percentuali “in presenza”, tutti pensavano che da gennaio avrebbe potuto essere diverso.
Abbiamo intervisto quelli di cui tutti parlano ma con cui molto raramente qualcuno parla: gli studenti.
Giordano e Lorenzo sono due ragazzi: il primo rappresentante d’istituto del liceo Vailati di Genzano di Roma e il secondo del liceo Foscolo di Albano Laziale. Loro hanno contribuito a dare vita anche ad un coordinamento interstudentesco, con i rappresentanti dell’Istituto Pertini e dei licei limitrofi Volterra di Ciampino, Mancinelli di Velletri, Joyce di Ariccia e Mercuri di Marino.
“Siamo stanchi di proclami e azioni inefficaci sulla scuola. Aprire e chiudere continuamente, smontare e rimontare il mondo della scuola non fa bene alla didattica, ma solo alla propaganda. Abbiamo bisogno di continuità didattica, di scuole aperte, sicure e vivibili; non garantire tutto questo, come il governo sta facendo, vuol dire inevitabilmente dover chiudere di nuovo.” dichiara il coordinamento locale dei rappresentanti di istituto “Per questa ragione a partire dal 7 gennaio vogliamo attivarci in prima persona. Da troppi mesi la scuola viene trattata come un problema di ordine pubblico, subordinata ai bisogni della produzione, e le necessità degli studenti vengono ignorate. Ora prendiamo parola. Entrare alle 10.00 non è accettabile: la soluzione per la carenza di mezzi pubblici è investire sui trasporti, non penalizzare ulteriormente la scuola. Il 7 svolgeremo assemblee, scioperi e saremo davanti alle nostre scuole per lanciare questo messaggio e per mettere la prima pietra di un percorso di mobilitazione. Non siamo disposti a dover scegliere tra una DaD che lascia indietro migliaia di studenti e una didattica in presenza invivibile.
Al governo chiediamo un’assunzione di responsabilità. Basta raccontarci che il disastro della scuola è frutto di un’emergenza, che si sta facendo il possibile. Conosciamo le nostre scuole e sappiamo che erano ambienti sovraffollati e problematici da prima della pandemia, provati da anni di tagli. Vogliamo risposte reali. Un piano di investimenti sull’edilizia e assunzioni massicce di personale che permettano di ridurre il numero di alunni per classe. Vogliamo tornare in scuole a misura di studente, in presenza e in sicurezza. Per questo saremo in piazza al fianco dei lavoratori della scuola. La crisi che stiamo vivendo non devono pagarla gli studenti e la scuola: abbiamo bisogno di risposte ora, al futuro non si può chiedere di aspettare.”
Questo il loro comunicato ufficiale. Noi li abbiamo intervistati ai nostri microfoni e abbiamo approfondito diversi temi.
Buon ascolto.
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