Leggendo i giornali francesi di questa settimana non si trova neppure un commento sulle abitutidini sessuali del Presidente, ma tutte puntualizzazioni serie da porre ad un Capo di Stato che possa imbattersi in queste situazioni. Il primo: se la sua privacy fosse rispettata e se fosse sicuro di non essere ricattabile. Secondo: se ci fosse il sospetto che l'attrice fosse una spia dei servizi segreti così da minacciare il Presidente. Terzo: se non avesse paura di una talpa. Quarto: se questo "amore clandestino" avesse sviato il Presidente dal compito primario di pensare sempre ed esclusivamente alla Nazione e se tutto ciò avesse creato disagi ai propri concittadini.
Tant'è che Hollande nella affollatissima conferenza stampa di qualche giorno fa, ha preferito glissare le domande inerenti al caso, etichettandole come un problema privato e che non chiederà leggi ad personam per la sua privacy.
Sta proprio qui tutto il nostro vero spread con il mondo: in Francia si sono posti quesiti seri e concreti rispetto alla collettività di un Paese. In Italia, durante tutti gli scandali sessuali di Berlusconi, la stampa non libera ha preferito glissare sui gusti sessuali dell'ex premier e non sulla sua ricattabilità, sul tempo che perdeva a sistemare le signorine alla Rai (con i soldi nostri) e sulla corruzione che imperava in quel suo harem.
La differenza è tutta li. E ancora non ce ne rendiamo profondamente conto.