Sembrava davvero tutto possibile: si parlava di rottamazione, i cittadini cominciavano ad avere l’orticaria verso chi aveva occupato posti di potere per anni. Una occasione per quei giovani sempre relegati all’angolo. Ovviamente discutibile (e per certi versi inquietante) su molti fronti, ma davvero a portata di mano. Non avrebbe avuto più senso candidare i fossili degli altri partiti, dopo la vittoria di un giovane nello schieramento concorrente. Sarebbe venuto tutto giù a cascata. Come un domino. Invece poi, quella competizione l’ha vinta Bersani (il politico vintage) e tutto si è imbalsamato e bloccato a 20 anni fa. Osservare oggi la nostra politica sembra vedere un film muto degli anni ’30. Che senso ha ancora lottare contro le mummie d'apparato, se poi gli elettori li hanno risorti con il voto? Perché Casini e Fini (che infatti nessuno più si permette di mettere in discussione) non possono candidarsi se il percorso politico è della stessa età geologica del segretario onnipotente del PD? Ha diritto di ricandidarsi anche Berlusconi: sono tutti figli dello stesso tempo.
Un’altra occasione persa è anche il Movimento Cinque Stelle di Grillo: caro Beppe, ma dove è andata a finire la tua lotta spasmodica verso l’omologazione della politica e del giornalismo, se anche te non ti sottoponi alle critiche e organizzi il tuo movimento in maniera oscura? Dove è andato a finire il Beppe Grillo che parlava in solitudine di trattativa Stato-Mafia, dei tumori degli inceneritori e della censura di stampa? Che assieme ad Obama ha dato un ruolo centrale alla Rete?
Peccato. Saresti stato un gran bel virus, assieme a Matteo Renzi, per l’Italia. E invece continui a gridare come un vecchio fruttivendolo al mercato. Peccato, davvero peccato.
