Consigliamo questo brano per accompagnare la lettura.
Vanno,
Vengono,
ogni tanto si fermano,
e quando si fermano,
sono nere come il corvo,
sembra che ti guardino con malocchio
( Le Nuvole- Fabrizio De André)
Amo viaggiare. Amo viaggiare in aereo. Amo viaggiare in aereo perché solo per quelle due ore o poco più, mi è concesso di scrutare l'impero delle nubi, la genealogia della pioggia, l'origine dei tuoni, la scintilla dei fulmini, un paradiso inesistente: in sostanza, le nuvole.
E amo osservare come la magia di un luogo che vive ai confini del tempo, e perfino dello spazio, si modelli in base ai pensieri: non è più la realtà a rappresentarsi nella nostra immaginazione, ma è il nostro cogito a creare, come argilla, le forme e i modelli delle nuvole.
Le Nuvole di Aristofane sono i cattivi maestri, coloro che avendo l'attenzione mediatica e culturale dominano indirettamente e direttamente la pedagogia, ma anche l'educazione degli adulti, e proponendosi di essere il nuovo e mostrandosi come la novità, fanno in modo che tutto rimanga com'era. Così le nuvole, che muovendosi nel firmamento danno l'impressione che qualcosa cambi e che arrivi qualcosa di nuovo, ma in realtà, il cielo è sempre lo stesso.
Le Nuvole di Aristofane sono quella risposta ad un dubbio amletico: esiste o no una sostanza che sia fatta della stessa materia dei pensieri? Le nuvole sono il perfetto tra physis e logos, tra natura e spirito.
Vanno,
Vengono,
e magari si fermano tanti giorni,
che non vedi più il sole e le stelle,
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai.
( Fabrizio de Andrè - Le Nuvole)
Grazie dell'attenzione e buona Domenica a tutti da Radioliberatutti!