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"Turner" di Mike Leigh, lo stupendo ritratto di un artista

Giovedì, 29 Gennaio 2015 00:04

“Far ridere la gente è una cosa; toccarla nel profondo e farle cogliere la sublime bellezza e insieme la spaventosa tragedia dell’essere vivi  a questo mondo è tutta un’altra cosa”. Questo afferma Mike Leigh parlando di William Turner, il celebre pittore a cui il regista ha dedicato la sua ultima opera. Presentato al Festival di Cannes 2014, l’interpretazione di Timothy Spall, magistrale nei panni del pittore, è valsa il premio come miglior attore.

“Turner”, distribuito in Italia da Bim Distribuzione esce oggi, 29 gennaio al cinema. Frutto di una coproduzione Anglo-Franco-Tedesca, il film è una ricostruzione precisa, puntuale e raffinata di un uomo e del suo tempo. La meticolosità nel restituire gli ultimi 26 anni di vita del maestro inglese ci regalano un prodotto superbo cui la consulenza della storica dell’arte Jacqueline Riding da un valore aggiunto notevole.

La fotografia di Dick Pope, candidato all’Oscar e già tante volte compagno di lavoro di Mike Leigh ( Segreti e Bugie, Il segreto di Vera Drake, Happy go Lucky tra i tanti)è maestosa e sono certo che alcune immagini ( Turner a pesca in barca, in siluette al tramonto o legato all’albero maestro della nave nel mezzo della tormenta) saranno difficili da dimenticare.

“Turner” è un’ esperienza visiva quasi estatica. Un compito ostico quello di riuscire a centrare un personaggio tanto complesso e contraddittorio. Sensibile nella sua arte quanto rozzo nei modi, egoista e scorbutico ma anche generoso e dotato di una argutezza fuori dal comune. Se poteste sarebbe importante gustarvi la versione originale con Timothy Spall ed il suo inglese al limite del grugnito in diverse occasioni!

Tracagnotto, dal portamento grossolano e un po’ bifolco, è stato un uomo sempre affascinato dal progresso e per questo lungimirante e naturalmente visionario. Il regista britannico, con un passato di studi d’arte entra in punta di piedi nel mondo di Turner raccontandoci il peso dell’esser  artista. Attraverso i suoi occhi osserviamo un momento cruciale della storia dell’umanità come l’avvento della rivoluzione industriale ed i suoi sconvolgimenti.

“Un film che parla del rapporto difficile e conflittuale tra un comune mortale e la sua arte eterna”.

E’ un racconto sottile, non gridato, e in cui le emozioni sono svelate da piccoli cenni appena impercettibili. L’incapacità di comunicare e il travaglio interiore che ne consegue sono tutte in un pugno che si stringe dietro la schiena. Nel sorriso appena accennato di una donna che perde il suo amore( inquadrata attraverso il vetro della finestra che pulisce) si rivela invece tutta la sua forza e praticità.

Il lato pubblico dell’artista ci è ben reso nei contrasti e dibattiti alla Royal Academy of Arts di cui è membro stimato ma anarchico ( fantastica e del tutto vera la scena che lo vede al fianco di John Constable). Quello privato vede un uomo che usa la propria governante solo per placare i propri appetiti sessuali senza degnarla di alcuna attenzione e alla stesso modo sa scovare tutto il bello di un'altra donna rendendola felice come forse mai è stata in vita sua.

Accade quando si innamora della locandiera che conobbe durante i suoi soggiorni nella cittadina di Margate. Lei è la signora Booth, una fantastica (ancora una volta, e ancora una volta a fianco di Leigh)Marion Bailey, attrice dalla spiccata sensibilità che tratteggia una donna che non si tira indietro di fronte a quel che la vita le pone di fronte. Non schiva i dolori e va incontro a i piaceri che riesce a trovare tirando fuori il lato migliore dell’uomo artista.

I 150 minuti del film sono un cammino senza concessioni. Il ritmo segue quello del tempo che narra, inevitabilmente senza particolare azione. Parte lentamente ma dispiega man mano tutta la sua bellezza a patto che si abbia la voglia di stargli dietro. Vi costringe a lavorare per entrare nella mente del protagonista e del suo tempo, ma se ne avrete voglia, saprà incantarvi.

Quelle tele in cui le sfumature sono al centro e tutto il resto è quasi marginale sono la chiave stessa di un film che porterò a lungo con me.  Quattro candidature all’Oscar sono un indizio di qualità, spero  porti a casa qualche statuetta ma soprattutto che in tanti andiate a vederlo!   

 

DATI TECNICI:

 

Regia Mike Leigh
Sceneggiatura Mike Leigh
Produttore Georgina Lowe
Produttore esecutivo Norman Merry
Casa di produzione Film4, Focus Features International, Lipsync Productions, Thin Man Films, Xofa Productions
Distribuzione (Italia) BiM Distribuzione

Cinema Srl

Fotografia Dick Pope
Montaggio Jon Gregory
Effetti speciali Peter Kersey
Musiche Gary Yershon
Scenografia Suzie Davies
Costumi Jacqueline Durran