A più di 90 anni, con molte sfide e traguardi alle spalle, la celebre e affascinante danzatrice argentina Maria Fux non ha perso la vèrve e la grazia che ne hanno fatto una delle grandi star della danza. Nella sua casa-studio di Buenos Aires adotta una missione di vita: trasformare i limiti delle persone in risorse attraverso la danza, una simbiosi di corpo e ritmo.Nei suoi corsi si trovano danzatori di tutte le parti del mondo e di qualsiasi estrazione sociale, donne e uomini affetti da malattie fisiche o mentali alla ricerca dello star bene attraverso la danza-terapia. Perché “la danza è l’incontro di un essere con gli altri”. Ora Maria Fux dedica tutta la sua esperienza e la sua terapia anche su se stessa, l’allieva più difficile da affrontare.
Se adesso mi chiedessero chi è Maria Fux risponderei senza dubbio che è un’umile danzatrice, è la gamba zoppa di sua madre. La protagonista del documentario arriva alla conclusione - il ritmo non sta solo nella musica ma in ognuno di noi, basta riuscire a sentirlo – dopo aver chiesto all’ultima foglia di un albero se aveva bisogno della musica per muoversi. La foglia con dolcezza e malinconia le rispose che non era la musica ciò di cui aveva bisogno ma le mancava il vento, l’unico che potesse farla danzare. Questo è ciò che insegna ai suoi allievi ed è proprio attraverso le storie di alcuni di essi che il regista affronta la drammaturgia organica (così come la intende Eugenio Barba)e i risultati eccellenti della danza come terapia di cui Maria Fux è considerata una pioniera indiscussa. Ma Maria oggi ha 90 anni e vive un forte conflitto con il suo vecchio corpo pur mantenendo un’energia che si espande per le vie di Buenos Aires che circondano il suo studio. L’energia che lei conserva fa parte del mistero che questo film vuole indagare. Indagare certo, perché come dice la fantastica ballerina “l’arte è intuizione. L’arte è andare in luoghi assolutamente sconosciuti”.
Il film con piacere ci fa entrare nel mondo della Fux, incuriosisce e attira per la sua asciuttezza e carica emotiva. In punta di piedi conosciamo una donna che è fantastica proprio perché non è fittizia.