Un cast da favola che vede tra le sue fila la “vecchia guardia” con il già accennato Colin Firth, Samuel L. Jackson e l’immarcescibile Michael Caine insieme alle giovani promesse Taron Egerton e Sophie Cookson.
Matthew Vaughn (Kick Ass e X-Men First Class) è il regista di questo azzeccatissimo quanto atteso film targato Twentieth Century Fox.
Mettete le mixer un po’ di James Bond (quello migliore di Sean Connery per intenderci), aggiungete un pizzico di Sherlock Holmes alla Robert Downey Jr. con i suoi dinamici combattimenti, un goccio di humor britannico e non dimenticate l’incedere elegante dell’avvocato Darcy di Bridgetiana memoria misto a quello regale ma balbuziente de Il Discorso del Re: ecco a voi Harry Hart, nome in codice Galahad.
E’ lui la vera sorpresa di Kingsman. Harry Hart è uno dei dieci membri di una segretissima agenzia di intelligence con base a Londra capitanata dal vecchio “Arthur”(Michael Caine) e con Mark Strong nei panni di “Merlin”, addestratore delle nuove leve.
Nel 1997 in una missione in medio oriente perde la vita, per salvare quella dei compagni e di Galahad stesso, una new entry dei Cavalieri.
Citando Pulp Fiction sarà Harry Hart a recarsi a casa della giovane vedova per consegnare al figlio appena rimasto orfano una medaglia al valore con inciso un numero per le “emergenze”.
Passano 17 anni e quel numero verrà digitato da quel bambino fattosi più che ragazzo. A liberarlo dalla prigione in cui sarebbe finito per una bravata in macchina (più che un eufemismo)sarà proprio il nostro Harry Hart. L’incontro sarà fruttuoso e viste le enormi doti del giovane gli proporrà di prendere il posto di un Cavaliere appena caduto in missione.
Le selezioni dell’aspirante nuovo Kingsman (partiranno in 10 e ne uscirà uno soltanto), va di paripasso con le indagini sulle misteriose sparizioni di tante teste coronate e primi ministri del nuovo e vecchio continente
Il film funziona alla perfezione tra gag, citazioni di vecchi film d’azione e di spionaggio neppure poco accennati, tanti effetti speciali con alcune scene già pronte ad entrare nella galleria di quelle cult. Parodiando illustri predecessori nel filone, il film ti spiazza e sorprende non cadendo in stereotipi del genere, che anzi irride.
Samuel Jackson, doppiato da Luca Ward con una strana parlata mezza Jovanotti e mezza Gatto Silvestro, è l’anima oscura dell’ambientalista che nasconde un disegno perverso.
Taron Egerton (ma quanto assomiglia a Cristiano Ronaldo da giovane?) col suo sguardo da canaglia veste bene i panni del ragazzo di strada problematico, un po’ meno efficacemente quelli del lord ma diamogli tempo, essere Colin Firth non è da tutti.
Piace anche Mark Strong che riesce ad essere un brillante coach dotato di arguzia e tempismo, aiutato da una sceneggiatura che agevola il compito suo e di tutto il cast.
Un film che ha il merito di trovare un bell’equilibrio, diverte ed intrattiene con brio ed intelligenza giocando con Jason Bourne, Jack Bauer, Get Smart...il resto lo lascio a voi . Fatemi sapere se quando uscirete dalla sala non avrete voglia di unirvi ai Kingsman… Certo un po’ pericolosetto come mestiere, ma quanto ti diverti?!?!