Un investigatore privato, Doc Sportello, ex surfista e con un debole per le droghe. La California degli anni '70, terra degli hippy e dei sognatori. Un'indagine mozzafiato tra gang di dentisti assassini, squadre di picchiatori nazisti, case di riposo per eroinomani e sale di massaggio asiatiche con finale a sorpresa. Questi gli ingredienti di “Inherent Vice”, in italiano “Vizio di Forma”, un film diretto da Paul Thomas Anderson e tratto dal romanzo di Thomas Pynchon, uno dei maestri della narrativa postmoderna americana.
Il protagonista, Doc Sportello, è Joaquin Phoenix, travestito da perfetto capellone hippy californiano: basettoni, infradito o sandali, camicia e pantaloni di lino, cappello, Ray Ban e collanina di corallo. Lo sguardo e la camminata, quelli di uno che ha fumato troppa erba. L'ex fidanzata di Doc, Shasta Fay Hepworth, si rivolge a lui per indagare sulla scomparsa del palazzinaro Mickey Wolfmann, suo attuale amante. Poi scompare anche lei, e Doc Sportello, investigatore privato che ha la sua agenzia, la LSD Indagini, in uno studio medico, comincia la sua avventura e i suoi strani incontri. Ci sono hippy e surfisti, c'è un poliziotto frustrato che vorrebbe essere il migliore del mondo, una massaggiatrice asiatica e un dentista pazzo ed eroinomane, tutti fuori di testa. Dialoghi e scene che sembrano un trip da Lsd, un delirio psichedelico. Il cast è importante: oltre a Phoenix ci sono Owen Wilson, Reese Witherspoon, Josh Brolin, Eric Roberts, Benicio Del Toro e Martin Short.
Il film è un noir, nostalgico e disincantato, un omaggio alla California degli Hippy, a quel sogno che è stato sconfitto. La pellicola è diretta da Paul Thomas Anderson, già regista, tra gli altri, di Magnolia (1999), de Il Petroliere (2007) e di The Master (2012). Agli Oscar 2015 è stato candidato per i costumi e per la miglior sceneggiatura non originale, tratta, come detto, dal romanzo di Thomas Pynchon. Un libro che in America ha avuto moltissimo successo e che è sicuramente il libro più divertente e “leggero” dell'autore americano. I suoi “V.” e “L'arcobaleno della gravità” sono considerati due pilastri della letteratura post moderna. La colonna sonora del film, azzeccatissima e che comprende anche canzoni di Neil Young, è stata curata da Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead.