Margherita è una regista alle prese con il suo ultimo film. Non si limita solo a dirigere attori sempre più difficili come Barry Huggins, ma cerca di dare una logica alla propria vita che rincorre costantemente e non riesce a capire. La figlia Livia, è sempre più distante, la vita sentimentale è inesistente, e Ada, la madre è malata. Margherita viene lentamente travolta e sommersa da tutto ciò che la circonda, in particolare dalla malattia della madre che le impedisce di mettere a fuoco tutto il resto, fino alla comprensione di quello che inevitabilmente deve accadere. Mia madre non è una storia drammatica. Mia madre non è una storia, è la realtà. Moretti prende un pezzo di se, un frammento importante della sua vita, lo plasma sullo schermo e lo serve, senza mezzi termini ad uno spettatore che crede di sapere già cosa si troverà difronte.
In silenzio e molto lentamente Margherita, Ada, Giovanni, entrano nello spettatore, passando dalla testa al cuore e alle gambe (che tremano). Solo quando si accendono le luci nella sala, ci si rende conto di quanto il film sia entrato dentro.Filtrato attraverso lo sguardo di Margherita, che lentamente capisce la dimensione del caos che la circonda, Nanni descrive la un momento particolare che nella vita prima o poi tutti dovremo affrontare: il semplice decorso della vita. Immerso nella solennità del tema, lo spettatore si trova più volte a ridere, anche con un sorriso amaro. La potenza stessa del film è questa. Nanni riesce a rappresentare la vita così come la conosciamo, fatta di logiche contraddittorie, ammettendo la possibilità di ridere, anche in un momento difficile, alternando sorrisi a lacrime, spesso insieme. Indossando il suo personaggio come una seconda pelle, senza scendere in ansie e piccole nevrosi, Margherita Buy dipinge tramite continui flussi di coscienza, ricordi che si mischiano con il presente, una persona che non si ritrova più nei propri schemi (nei duecento schemi), travolto dalla vita stessa.Il passaggio da Nanni, che in questa pellicola si ritaglia un ruolo secondario, a Margherita, è quasi istantaneo, ma non per questo sempre giusto, il protagonista è sempre e solo uno. Descrivere Giulia Lazzarini è impossibile. Non interpreta, non recita. Non è la madre di Margherita o la madre di Moretti (di cui tanto, con decisamente poco tatto, si è parlato), ma assume il volto della madre di ognuno di noi, e ci fa stringere il cuore, ci toglie il fiato.
Nanni si diverte un po’ a prendersi in giro, a dire alla Buy che vorrebbe dire a se stesso, ma nel fare questo crea dei personaggi che sono non solo alter ego suoi, ma anche degli spettatori. Il film è toccante, commovente, bellissimo e non solo per chi conosce Nanni Moretti.
Quando le luci si accendono sono solo due le reazioni: restare sulla poltrona ancora qualche minuto, per provare a riprendersi, o scappare via dalla sala per andare a respirare, perché vi assicuro alla fine l’aria vi mancherà. 9/10.
Cast
MARGHERITA MARGHERITA BUY
BARRY HUGGINS JOHN TURTURRO
ADA GIULIA LAZZARINI
GIOVANNI NANNI MORETTI
LIVIA BEATRICE MANCINI