Il film, scritto, diretto e prodotto da Brett Morgen, è un unicum nel suo genere: si tratta infatti del primo documentario interamente autorizzato su una leggenda della musica. L’accesso agli archivi di Kurt da parte di Courtney Love e della figlia Frances Bean Cobain, hanno catapultato tra le mani del cineasta 200 ore di musica, filmati privati e sconosciuti oltre a 4000 pagine di diario. Condensare tutto in un documentario non è stato cosa facile e il risultato che abbiamo ora sono i 135 densissimi minuti che il docufilm ci regala.
La figlia Frances, ora 22enne, oltre ad essere al centro di una buona fetta dei filmati è attiva nel progetto nelle vesti di co produttrice esecutiva e nei giorni scorsi aveva rilasciato delle dichiarazioni interessanti sul padre e le sue preferenze musicali: “ I Nirvana non mi piacciono granché . Mi scuso con la Universal e con le persone che stanno lavorando alla promozione [del documentario]. Sono più da Oasis, Brian Jonestown Massacre o Mercury Rev. Il grunge non mi interessa tanto. Ma “Territorial pissings” (una canzone di “Nevermind”) è un gran pezzo. E “Dumb” (da “In Utero”) mi fa piangere ogni volta che la sento”.
Il documentario è curioso, non apologetico, meticoloso nella ricostruzione della figura del cantante. Per tirarlo su oltre ai filmati di repertorio che ci presentano un Kurt da appena un anno in su, Morgen ha intervistato alcune figure nevralgiche nella sua vita. La madre, il padre e la matrigna oltre alla leader delle Hole e il compagno di band Krist Novoselic (abbagliante l’assenza nelle interviste del batterista della band e attuale leader dei Foo Fighters Dave Grohl ). Interessanti le testimonianze della sorella e della ex fidanzata Tracy Marander.
Forse sono di parte in quanto cresciuto con le canzoni dei Nirvana in sottofondo ma il documentario sembra avere un ritmo incalzante e avvincente. La musica è tanta e parte fondamentale della ricostruzione ma non è indispensabile essere un fan per essere avviluppato nel vortice che avvolge la triste storia di Kurt. I diari fitti di testi, schizzi e impressioni riprendono vita con l’intervento di animazioni originali a tratteggiare alcuni scampoli della vita problematica ed intensa del musicista.
Kurt impara presto a dover convivere con il senso di inadeguatezza, distanza dagli standard di valutazione comuni, ipersensibilità, frustrazione e paura dell'umiliazione. La tensione all’autodistruzione unita all’inclinazione alla depressione hanno sfogo facile nella tossicodipendenza quando i dolori allo stomaco si fanno lancinanti e l’esposizione mediatica lo schiaccia più di quanto lui sia in grado di reggere. Il racconto è autentico e sottile, perfino disturbante in alcuni frangenti per chi ne adora il talento e lo vede svanire. Neppure la nascita di una figlia per cui pure stravede riesce a porre un freno alla discesa agli inferi.
Lo sguardo sulla vita di Kurt è minuzioso senza essere voyeristico. Morgen si poggia delicatamente sull’anima fragile del cantante: c’è rispetto nel suo modo di indagarne la sua storia e di questo non solo un fan ma una persona che sia degna di questo nome non può che ringraziare. Da vedere.
DATI TECNICI:
Diretto, Prodotto e Scritto da: Brett Morgen
Produttori Esecutivi: Sheila Nevins (HBO Documentary Films), Frances Bean Cobain, Lawrence Mestel, David Byrnes
Montaggio: Brett Morgen , Joe Beshenkovsky
Fotografia: James Whitaker, Eric Edwards,Nicole Hirsch Whitaker
Sound Design: Cameron Frankley, Featuring Sound Montages by Kurt Cobain
Colonna Sonora Arrangiata e Prodotta da: Jeff Danna
Musiche: Kurt Cobain, Nirvana