Giusto una manciata d’ore prima del grande pubblico visto che il film esce oggi nelle sale italiane, prodotto da Indigo Film e distribuito da Medusa.
Si torna a parlare in inglese come ai tempi di “This must be the place” con un cast sontuoso che sembra fatto apposta per fare breccia nel pubblico di ogni latitudine o quasi. Cambiano gli scenari che da quelli americani calcati da Sean Penn diventano europei per un film quasi integralmente ambientato nelle Alpi svizzere presso l’Hotel Schatzalp di Davos, quello della montagna incantata di Thomas Mann. Correggetemi se sbaglio ma sono quasi certo che una scena sia stata girata presso la Casa dell’Architettura di Roma però.
Un albergo/clinica in cui danarosi clienti cercano di ritrovare pace, benessere fisico e mentale è quello in cui tutta la vicenda si snoda. I protagonisti di Youth sono un magistrale Michael Caine nei panni del compositore e direttore d’orchestra Fred Ballinger ( vi prego se potete ascoltatelo in originale il film) e Harvey Keitel, fresco 73enne, in quelli del regista Mick Boyle che insieme a quattro giovani sceneggiatori sta tirando su quello che sarà il suo film – testamento.
Nella finzione entrambi alla soglia degli 80 anni trascorrono questa vacanza svizzera gettando uno sguardo su quel che resta del giorno, il futuro scrutando quello dei propri figli e giocando con i ricordi ma senza esagerare . Non marginale il ruolo di Rachel Weisz, nei panni di Lena, figlia di Fred che si divide tra il “mestiere di figlia e assistente personale” di quest’ultimo.
La cifra stilistica di Sorrentino è immediatamente riconoscibile. Gioca col cinema, la musica ed il ruolo degli intellettuali. Cita se stesso e ancora una volta il Maestro Fellini sebbene non passi inosservata la dedica nei titoli di coda a Rosi. I tempi lunghi di certe sequenze sono ammalianti e credo possano conquistare anche chi come chi scrive era stato almeno parzialmente recalcitrante con la Grande Bellezza. La fotografia di un grande Luca Bigazzi gioca un ruolo fondamentale nella visione ma la scelta di una sceneggiatura brillante, acuta e così godibilmente effervescente fa il resto, d’altronde lo ammette anche Fred “leggerezza è perversione” : era da un po’ che non vedevo un film con la voglia di appuntarmi tante battute.
Ci sono almeno 3 o 4 scene di Youth che resteranno scolpite in molti. Il primo piano della Weisz che scaglia contro il padre tutte le scorie di una vita e il dialogo terribilmente convincente e liberatorio tra Harvey Keitel e Jane Fonda nei panni dell’attrice Brenda Morel, designata dal regista per essere la sua musa nel suo ultimo film.
Alcune sequenze hanno una tale suggestione che ti restano cucite addosso come nel caso della direzione di Fred in piena vallata o l’incontro di Mick con tutte le sue donne di cinema.
Completano il cast Paul Dano, Paloma Faith che interpreta se stessa e la statuaria Madalina Ghenea nel ruolo di una Miss Universo da non sottovalutare, capito uomini ?
Cinema allo stato puro che omaggia se stesso senza prendersi troppo sul serio. Le stoccate alla settima arte ed il contrasto con le serie tv non mancherà. Basterà ricordare che “l’ironia piena di livore si depotenzia e rileva frustrazione”.
Vi ricordate chi ringraziava Sorrentino dopo la vittoria ad Hollywood? Non sarete sorpresi dall’omaggio che riserverà ad uno dei quattro … Da stasera godetevi lo spettacolo, ne vale la pena.
Youth - La colonna sonora
Abbiamo raccolto tutte le canzoni dell'ultimo film di Paolo Sorrentino in questa Playlist.
Buono ascolto