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Big Game - Caccia al Presidente, la recensione

Venerdì, 19 Giugno 2015 14:18

E’ uscito in Italia il 16 giugno, edito da Piemme, “Big Game – Caccia al Presidente ” di Dan Smith tratto da un soggetto originale di Jalamari Helander e Petri Jokiranta.  Proprio Helander è il regista del film omonimo che il 25 giugno prossimo arriverà nelle nostre sale cinematografiche con Samuel L. Jackson nei panni del presidente degli Stati Uniti. Radio Libera Tutti l’ha visto in anteprima.

Un presidente degli Usa come non si era mai visto a dire il vero, interpretato da un Samuel Jackson che non credo sia mai stato malmenato tanto anche facendo la somma di tutte le sue interpretazioni. Quante volte vi veniva da sorridere guardando film in cui la Cia, l’esercito americano e l’intelligence statunitense impeccabile, puntuale e precisa navigava senza intoppi, pensando alle recenti batoste o cantonate rimediate in giro per il mondo negli ultimi anni?  Beh, stavolta vi rifarete con gli interessi.

Un presidente impacciato e pauroso, una difesa scardinata con la facilità con cui si apre una scatoletta di tonno verranno aiutate soltanto da un tredicenne nel giorno della sua iniziazione come uomo.

Oskari ( Onni Tommila) deve passare la sua prima notte da solo nella foresta finnica. Per dimostrare di esser diventato un uomo dovrà riportare il giorno seguente una preda.  

Mentre l’Air Force One si sta preparando all’atterraggio verso Helsinki, un commando di terroristi riesce ad abbattere l’aereo presidenziale. Il presidente, messo in salvo prima dell’impatto, viene espulso in una capsula di salvataggio.

L’uomo più potente avrà improvvisamente un solo alleato. Dovrà affidarsi ad un tredicenne che tutto sommato se ne frega del ruolo dell’illustre  sopravvissuto. Ha un compito e deve portarlo a termine: prima c’è un cervo lassù che l’aspetta. Come andrà a finire non ve lo dico.

Posso dire invece che dopo una mezz’ora in cui il film mi pare pure gradevole, dopo rimane in bilico su più generi senza riuscire a trovare l’amalgama giusto. Action movie, action adventure? Non c’è solo quello purtroppo. Il film vuole anche far ridere o spero fossero quelle le intenzioni almeno. Lo fa sfiorando il ridicolo senza volerlo fare dichiaratamente. I due mondi/anime del film, quello finlandese e quello americano, che pure all’inizio sembravano un connubio versatile  si sfaldano man mano che si va avanti con la storia.

Forse potrà andar bene per i coetanei di Oskari, io alla soglia dei quaranta proprio non riesco a partecipare più di tanto, vedete voi se mi sbaglio sono invecchiato prima del tempo.