Gibney racconta la storia di otto ex appartenenti alla chiesa di Scientology – l’organizzazione che vanta fra i suoi membri alcuni divi hollywoodiani – mostrando come questa riesca a produrre veri credenti, raccontando le loro esperienze e cosa sono disposti a fare in nome di quel credo.
Gli ex membri che hanno deciso di dare il loro contributo all’opera sono: Paul Haggis, regista di Crash – contatto fisico; Marty Rathbun, ex dirigente di Scientology; Mike Rider, ex portavoce della chiesa che ha raccontato i maltrattamenti subiti per mano del capo del consiglio di amministrazione, David Miscavige; Jason Beghe, attore di cinema e televisione; Sylvia “Spanky” Taylor, che ha aderito a Scientology da adolescente e ha lavorato a stretto contratto con John Travolta; Sarah Goldberg, ex membro che ha rivelato alla stampa i casi di alienazione mentale indotta dalla Chiesa; Tony Ortega, giornalista e massimo esperto di Scientology; Tom DeVocht, è stato dirigente nel clero di Scientology lavorando a stretto contatto con David Miscavige.
Questo nuovo e importante documentario racconta il culto fin dalle sue origini, da quando albergava nella mente folle di L. Ron Hubbard fino alla crescita della sua popolarità a Hollywood e nel mondo. Il film tocca argomenti scottanti e, dalla parte centrale in poi, vengono fatte delle dichiarazioni scioccanti rivelate dagli ex fedeli citati qui sopra. Entriamo in un mondo che esiste in maniera spietata, ricco di tradimenti, minacce, estorsioni, violenze e maltrattanti perpetrati dai membri della Chiesa con l’autorizzazione del despota, David Miscavige.
Albergano notizie agghiaccianti che ci circondano ma che non conosciamo. Si intacca un discorso più ampio come un fiume che sfocia nella conca marina della fede e delle religioni. Una fede che non è sete di conoscenza dell’ignoto ma obbedienza cieca, spinta al limite dell’umana coscienza.
Vengono create alcune figure pubblicitarie forti, capaci di coinvolgere e raccogliere consensi mediatici importanti, fino a convincere masse alla devozione vero il culto. Come John Travolta o Tom Cruise, membri d’onore di Scientology che proferiscono la parola del loro Signore e quindi coccolati e viziati dal consiglio di amministrazione che intanto pensa a contare i laudi guadagni dell’organizzazione.
È un film coraggioso, interessante e politico che abbraccia le domande più frequenti sulle religioni. Attraverso le testimonianze degli ex appartenenti a Scientology veniamo portati a considerare il limite capillare tra setta e religione. E’ uno specchio involontario di altre comunità come possono esserlo quella musulmana o cattolica. Si riflette in qualche modo non sulle risposte ma sulle domande che una religione pone: perché ci credo? Voglio indagare con passione o mi faccio guidare da questa religione?
E gli esempi di domanda possono procedere all’infinito, entrando nei dogmi che la fede pone in ultimo piano, quasi a giustificare la summa. Going Clear è un documentario avvenente e seducente, rivolto a chi davvero vuole mettere il proprio credo in discussione e a chi si pone di risolvere il dramma, più che problema, dello sfruttamento economico e mentale della fede, capace di portare l’individuo alla sudditanza.
Going Clear: Scientology e la prigione della fede il trailer
La locandina ufficiale