Dopo essere passato per le mani di John Woo, Brad Bird e per due volte in quelle di J.J.Abrams, stavolta nelle vesti di coproduttore insieme a Cruise, Mission: Impossible Rogue – Nation è affidato a quelle sapienti, benchè solo al terzo lungometraggio della carriera, di Christopher McQuarrie.
Jack Reacher aveva già visto insieme il regista ed il protagonista di M.I., ora i due sono di nuovo insieme e non possiamo che esserne felici.
Con una brillante carriera di sceneggiatore alle spalle ( McQuarrie è stato premio Oscar nel 1996 per I Soliti Sospetti), il regista di New Jersey fa strike al primo tentativo confezionando un action movie che sfugge alle definizione di genere con la sua vena comica, sarcastica e momenti di cinema di spionaggio old style, tutta suspance.
I metodi “troppo personali” e “fuori controllo” dell’IMF hanno spinto la Cia a chiederne ed ottenerne lo scioglimento sotto la spinta del suo capo, un fantastico Alec Baldwin.
Braccati dalla Cia, i membri dell’IMF, non si sottraggono al loro ultimo compito: stanare “Il Sindacato”. L’ organizzazione criminale formata da ex agenti dei servizi segreti di mezzo mondo dati per morti, ha per obiettivo quello di creare un nuovo ordine mondiale.
Dell’esistenza del Sindacato crede nessuno o quasi, ma Ethan Hunt ne è certo. Per venirne a capo Ethan dovrà accettare l’ambiguo aiuto della affascinate agente segreto Ilsa Faust (Rebecca Ferguson).
Ottenuta una più che discreta celebrità con la serie The White Queen nei panni di Elizabeth Woodville, la svedese incanta al primo ingresso in camera. Bellezza, fascino, destrezza alla guida di una moto e nella lotta che sembra farsi danza. Con i suoi occhi enigmatici e di un azzurro in cui capita di perdersi Rebecca Ferguson è una partner perfetta benchè questo sia appena il suo sesto film all’attivo.
Applausi per la scelta delle new entry dunque che si saldano alla perfezione con i volti noti ed affidabili di Jeremy Renner, sempre più a suo agio nel suo personaggio oltre che dello spassosissimo Simon Pegg, al suo terzo M.I. dopo l’esordio con i due targati Abrams. Stesso discorso per il perfido Sean Harris.
Assolutamente ben scritto, quest’ultimo capitolo regala Missions impossible una dopo l’altra. Se la prima con cui si apre il film con Cruise appeso all’aereo fa decisamente ridere più che spaventare( la cosa è voluta attenzione), le altre sono miscela esplosiva che fermano il tempo. I 132 minuti del film sono dietro le spalle in men che non si dica e si esce del film, appagati, divertiti ed elettrizzati per un blockbuster da appllausi!