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We are your friends, la recensione

Giovedì, 17 Settembre 2015 15:10

Estremamente “targhettizato”, adolescenziale o poco più: queste le critiche più ricorrenti rivolte a “We are your friends”. Noi l’abbiamo visto e diciamo la nostra.

Distribuito da Notoriuos Pictures esce il 17 settembre nei cinema italiani “We are your friends” per la regia di Max Joseph (all'esordio) e con protagonisti Zac Efron ed Emily Ratajkowski.

Zac è diventato un star grazie ad “High School Musical” nel 2006 e benchè giovanissimo, i passi nel mondo del cinema li ha mossi bene inanellando già numerosi ruoli. Ha recentemente terminato le riprese di “Mike and Dave need the Wedding  Dates” ed in uscita nel 2016 è  pronto “Dirty Grandpa” in cui ha lavorato al fianco di Robert De Niro.

Lei (Emily) poco più che esordiente ( la ricorderete in “Gone Girl” di David FIncher a far perdere la testa, e non solo, a Ben Affleck), è una notissima modella, nonché volto della linea di lingerie Yamamay.

Efron interpreta Cole, un Dj che si affaccia nel mondo della vita notturna della San Fernando Valley. L’incontro fortunato e inaspettato è quello che fuori da un locale lo vede alle prese con la Dj star James Reed (Wes Bentley) che diverrà presto suo mentore.

Tutto fila alla grande se non fosse per la fidanzata di James che fa presto breccia nel cuore del giovane Dj. La Ratajkowski è la meravigliosa Sophie.

Il film che vuole essere un inno alla voglia di trovare il futuro che ci spetta: “saremo ma meglio di così?” è una delle frasi ricorrenti del film. Trovare il proprio sound come parabola di quel futuro che ci meritiamo, un futuro che sia espressione  di noi stessi.

Il lavoro di Max Joseph, vive proprio qui la sua più forte contraddizione. Nel non saper trovare un proprio sound, una direzione precisa e riconoscibile come autentica.

Nel mixer finiscono tanti film ed elementi che sanno di già visto( da “The Wolf of Wall Street” a qualcosa alla “Trainspotting”… e tutte in chiave minore ben intesi).

Apprezzabile la scelta, pur avendo a disposizione due protagonisti innegabilmente “belli belli in modo assurdo”, di non puntare tutto su quello. Ottima la colonna sonora che è parte fondante del film come pure la ricostruzione di certe dinamiche da clubbing,  decisamente meno convincente l’avvio dell’ amicizia tra guru e allievo e gli sviluppi di questa.   

Purtroppo gli altri elementi, anche quelli drammatici, fanno fatica ad incastonarsi uno nell’altro lasciando che il tutto appaia un po’ vacuo e superficiale. Ecco che quelle critiche mosse da tanti tornano ad affacciarsi. L’etichetta di film per adolescenti o poco più e il pubblico alla Mtv non sembra essere fuori luogo.

In sostanza 96’ che al termine del loro dispiegarsi lasciano davvero poco allo spettatore: rimandato, senza cattiveria.