Il film è stato un grande successo negli Stati Uniti d'America in cui è uscito in poche copie per restare in sala ben 5 mesi. Ad aprile ha aperto in 258 copie. Il giudizio degli spettatori gli ha assegnato il voto massimo e questo ha convinto i distributori a passare le copie a 1504 per arrivare fino a 2011. Woman in Gold è rimasto in programmazione 19 settimane. Una dinamica quasi irrituale in un mondo del cinema in cui troppo spesso le pellicole diventano usa e getta.
L'occasione era da non perdere e Radio Libera Tutti era in conferenza stampa per incontrare l'attrice e chiederle qualcosa dopo aver visto in anteprima il film.
Cosa le ha lasciato questo personaggio ?Lei passa parte dell'estate nella nostra Puglia, è vero che ha 400 alberi di melograno, se lo è che ci fa?
"Quanto alla mia vita da contadina salentina che per me è molto importante, posso dirle che è vero che abbiamo tutte queste piante e l'obiettivo è quello di produrre del succo da poter vendere in Italia e magari anche all'estero perchè il melograno è ottimo per la salute. Dell' Italia amo la cultura e la gente e quella parte in particolare d'Italia mi piace tantissimo, mi sento a casa e per questo amo trascorre buona parte del mio tempo li.
Da bambina sono cresciuta in Europa dopo la seconda guerra mondiale e anche se non ho vissuto sulla mia pelle quello che è successo durante la guerra, quella storia è stata parte della mia formazione. Ne sono sempre stata molto curiosa e ricordo che chiedevo ai miei genitori che all'epoca vivevano a Londra, cosa significasse vivere sotto le bombe. Credo che fare questo film sia stato tornare un pò alla generazione dei miei genitori. Oggi ci troviamo ancora di fronte a situazioni che in parte sono simili. Parlo delle situazioni dei profughi siriani, o a quel che è successo in Rwanda e prima in Serbia e Croazia. Questi episodi purtroppo non hanno avuto ancora una fine".
La sua famiglia fu costretta ad abbandonare la Russia vivendo questo distacco dalle radici (come nel film). Raccontando questa storia ha pensato a quella della sua famiglia?
"Sì ho pensato alla mia bisnonna e alle mie prozie che erano state costrette a lasciare tutto quel che avevano: le case e le proprietà in Russia. Erano state costrette a vivere tutte quante insieme in una piccolissima stanzetta di un appartamento che veniva diviso tra più famiglie. Quindi è vero che ho pensato a loro ma la cosa pr me più importante è stata quella di assorbire i ricordi veri di Maria. Ho letto tantissima letteratura che ricordava l'Olocausto e in particolare consiglio il libro "Ascesa e Caduta del terzo Reich" che spiega cosa è successo e come queste cose siano potute accadere. Era per me importante che i ricordi reali e viscerali fossero presenti in ogni inquadratura ed in ogni scena. Questo film ha avuto grande eco in America . Ho cercato di raccontare quando si e costretti a lascare il proprio paese e la propria famiglia. E' importante che tutti capiscano che il messaggio non è solo legato al dramma degli ebrei, ma di ogni razza che è stata costretta ad affrontare le stesse tragedie. Anche ora è bene ricordare cosa è successo non molto tempo fa".
Nel film vediamo sempre una copia del quadro. E' stato mai possibile riprendere l'originale?
Simon Curtis: "Non abbiamo potuto usare l'originale perchè era a New York ed abbiamo dovuto ricorrere ad una copia fatta da un pittore inglese. Sono molto orgoglioso di poter dire che la Neu Gallery dopo l'uscita del film ha registrato un incremento considerevole dei propri visitatori".
Lei da l'idea di essere una donna che non ha paura d'invecchiare. Se pensiamo che il tempo che passa è invece un problema per molte attrici, qual è il suo consiglio e il suo segreto per affrontare questa fase della vita da un punto di vista personale e professionale?
In Italia forse siete i numeri uno in questo, perché avete donne di età avanzata bellissime. La realtà è che ci sono due opzioni: o muori giovane, oppure invecchi. A me personalmente l’idea di morire giovane non è mai piaciuta, sono una persona fin troppo curiosa della vita. Mi dispiace così tanto per Kurt Cobain che è morto prima che arrivasse internet perdendosi il Gps. Io ne sono entusiasta, sarà perché amo tanto le mappe. In realtà non ho un segreto, semplicemente credo sia importante essere pronti e interessati all’innovazione, alla gioventù, all’idealismo e incoraggiarlo nei giovani. Il mondo è cambiato molto. Non bisogna pensare che sia importante cambiare i ruoli per le donne, bisogna adoperarsi e lavorare per cambiare i ruoli delle donne nella vita perché di conseguenza i ruoli nella recitazione cambieranno. Greta Garbo ritenne che a 38 anni era arrivato il momento di ritirarsi e andare in pensione. Oggi invece nel mondo del cinema le attrici a 38 iniziano a sbocciare. E’ completamente cambiata la situazione, basti pensare a Nicole Kidman, Jennifer Aniston o Cate Blanchett.
Aaa Articolo e gallery fotografica a cura di Alessandro Giglio