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Freeheld, la recensione

Lunedì, 19 Ottobre 2015 01:08

Uscirà al cinema il 5 novembre prossimo "Freeheld" con Julianne Moore ed Ellen Page (anche produttrice del film) dirette da Peter Sollet. Noi l'abbiamo visto in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.

Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, "Freeheld" è stato accompagnato nel suo arrivo nella Capitale da una delle sue protagoniste: Ellen Page.    

Basato sulla storia vera di Laurel Hester e Stacie Andree. La prima è una poliziotta pluridecorata, la seconda, decisamente più giovane, è meccanico. Un incontro clandestino, lontano da occhi indiscreti, quello che vede il primo appuntamento delle due donne. Laurel ha paura che il fatto che la cosa esca allo scoperto possa pregiudicarne la carriera.

L'amore, che sboccia in punta di piedi, cresce man mano e di pari passo con l'esigenza di portare tutto alla luce, fino alla scelta di unirsi civilmente, cointestare l'appartamento, il conto in banca ed aprire un mutuo.   

Quando verrà diagnosticato un cancro incurabile alla poliziotta, inizierà la battaglia legale affinchè la propria compagna potesse godere della reversibilità, potendo quindi continuare a vivere nella casa che con amore avevano tirato su insieme.

La richiesta deve passare al vaglio del cosiglio comunale che la negherà più volte. Il film non assume i contorni della crociata. Non era questo che Laurel aveva mai voluto veramente. Equità, solo questo ha sempre chiesto la poliziotta.

Non sarà un cammino facile e senza l'aiuto del partner di lavoro Dane Wells (un umano e impeccabile Michael Shannon) e l'attivista gay ebreo Steven Goldstein ( un caparbio, esilarante e inarrestabile Steve Carrel) davvero impossibile.

Il tema è scottante e al tempo stesso commovente. Il regista ha il gusto di non spingere sul tasto dell'emozione ad ogni costo. La sceneggiatura sviscera bene la storia di due persone semplici e ordinarie: persone perbene.

Nessun santino, ma una descrizione schietta di un amore universale. Le interpreti incarnano al meglio lo spirito delle due donne. La Moore inanella ancora un ruolo"sfortunato" , dopo Still Alice dello scorso anno, presentato sempre a Roma senza fallire il colpo.

Ellen Page è l'anima più mascolina della coppia e l'attrice sa tratteggiarne tutte le sfaccettature. Un film semplice nella sua stesura eppure ben calibrato. Groppo in gola e riflessione. Un film che parla di amore, di amicizia, solidarietà e spinge a schierarsi. Se non c'è un movimento che sostenga certe istanze, nulla sarebbe cambiato. Non si tratta di movimento ideologico ma di scelte personali e di coscienza. Amaro ma che lascia la Speranza fare breccia.

Un film che fa bene, vi assicuro.       

 

Un servizio di Alessandro Giglio