Pan – Viaggio sull’Isola che non c’è : il trailer italiano
Peter è un ragazzino di dodici anni. E’ irrequieto, cuorioso, ribelle. Da sempre, o perlomeno da quando può ricordare, Peter è rinchiuso in un angusto e sinistro orfanotrofio di Londra, dove la sua personalità non è particolarmente apprezzata. Durante una notte che sembra non avere nulla di speciale rispetto alle altre, Peter è magicamente sottratto dal suo letto e rapito da un disgustoso pirata, calatosi dal soffitto. Condotto per mezzo di un veliero volante in un mondo fantastico, Peter condurrà un viaggio alla ricerca della sua identità e dell’identità di sua madre. Fuggendo dal posto in cui ha vissuto, destreggiandosi tra mille peripezie e tragiche ambientazioni, Peter scoprirà se stesso e troverà finalmente casa: l’Isola che Non C’è.
Qualcuno potrebbe dire che tutto è già stato detto. Il fatto è che, molto probabilmente, si è fatto luce sempre sulle sfumature sbagliate del ben noto personaggio di Peter Pan.
“Pan – viaggio nell’isola che non c’è” si presenta come un prequel di quella che è la storia che noi tutti conosciamo. La straordinaria storia del bambino che non è mai cresciuto, frutto del genio di J.M. Barrie. Ciò che disturba di questo film è che sembra essere un frullato di particolari di trame già viste e sentite. Si può percepire un po’ di Indiana Jones, un po’ di Avatar e, per non far torto a nessuno, un po’ di Pocahontas. Si tratta di un prequel che non ha ben chiare le dinamiche per cui poi si arriverà ai personaggi che ben conosciamo ed il legame che tra essi esiste. Hook /Garrett Hedlund è un ragazzo, un minatore ai servizi del famigerato Barba Nera/ Hugh Jackman. E’ alto, biondo, muscoloso, più simile ad un surfista californiano che ad un futuro pirata dalla “mano ad uncino”.
Decisamente poco credibile.
Nella prima scena, giunti a Neverland, sono proprio i minatori, tra i quali scorgiamo numerosi bambini, i protagonisti. Intenti a cantare “Smells Like Teen Spirit” (sì, avete letto bene) cercano scavando nella roccia il pixum, incitati dal terrificante Barba Nera, il più temibile dei temibili.
Giglio Tigrato/Rooney Mara è una selvaggia. Una ragazza guerriera, piumata, colorata, in Dr Martens. Un quadretto che non rende giustizia alla vera natura di questo personaggio. Altro fattore fortemente disturbante è la storia d’amore che andrà creandosi tra Giglio Tigrato ed Hook. Poco, poco credibile.
Ma tra tutte queste note stonate, la cosa che più mi rattrista è vedere rappresentata nuovamente la stessa solfa. Sebbene l’ottimo 3D e la volontà di ricercare un passato alle spalle dei personaggi, siamo costretti nuovamente a vedere Peter Pan come il messia, l’eroe. Tutto questo va contro il vero intento dello scrittore. Quello che ha reso Peter Pan un personaggio così affascinante, la sua natura demoniaca, il suo essere carico di risentimento e la sua totale mancanza di cuore vengono tragicamente soffocati. Questo non è il personaggio al quale diede vita James Matthew Barrie. Questo non è il personaggio che ammalia col suo flauto di pan e che ci trascina in un sogno meraviglioso ma senza fine; la morte. Siamo ancora in attesa di un adattamento fedele ed interessante di un personaggio fin troppo banalizzato.