Una coppia che si ricompone dunque dopo il fortunato "Non pensarci" targato 2007 ma uscito in sala l'anno successivo. 7 anni di assenza dunque se si eccettua la pausa della serie tv ispirata a "Non Pensarci".
Il regista per il suo ritorno, oltre al citato Mastandrea, si porta dietro diversi interpreti del suo film precedente. Ritroviamo Giuseppe Battiston, Teco Celio e Paolo Briguglia.
Mastandrea è il Dottor Enrico Giusti. Un lavoro particolare il suo, che lo spinge ad ottenere la fiducia dei leader di società sull'orlo del fallimento (spesso per colpa degli stessi manager o proprietari) e rilevarne per conto della sua società, la proprietà.
Tutto sommato persino benemerita la sua azione verrebbe da dire se pensiamo a cosa andrebbere incontro le aziende e l'indotto.
Enrico è molto bravo nel suo lavoro e tutto fila liscio sino al momento in cui le redini da prendere sono quelle di una azienda i cui proprietari muoiono prematuramente in un incidente d'auto lasciando la proprietà ai due figli: l'uno universitario e l'altra poco più di una bimba.
Ad innescare pericolose dinamiche nel suo "lavoro di persuasione" arriverà (la ragazza? del fratello di Enrico) la straniera Avinoam (Hadas Yaron).
Sono tanti i motivi per cui passiamo la prima ora e un quarto di questo film davvero con soddisfazione. Zanasi apre tante finestre non chiudendole mai completamente lasciando allo spettatore il compito di tracciare le linee dei personaggi. Personaggi che nell'arco del film cambiano e incuriosiscono per questo.
Mastandrea interpreta bene un ruolo che grazie alla buona sceneggiatura lo rende interessante e al contempo esilarante, il tutto riuscendo a non fargli mai perdere credibilità.
Ad un certo punto però il film prende la direzione che non t'aspetti, evolvendosi in un piccolo pamphlet anti capitalistico che non avresti previsto. Tutto diventa un pò stucchevole e prevedibile nelle sue conseguenze. Persino la colonna sonora che ci ha incuriosito per le scelte e l'uso efficace, ad un certo punto diventa quasi una prova di autocompiacimento del regista di Vignola, che vuole introdurre più chiavi di lettura senza che queste apportino nulla di più all'idea generale del film.
Un peccato perchè Zanasi ci sa fare ed il cast che lo supporta regge bene il compito. Vale per il suo protagonista, per la surreale Hadas Yaron, un pò meno per Battiston questa volta che forse finisce per esser fregato da come il suo personaggio viene dipinto dall'autore.
Farà breccia comunque in diversi cuori questo film, non nel mio purtroppo, il motivo l'ho spiegato.
P.s. Nel trailer qui sotto, due brani della colonna sonora Bomba!
di Alessandro Giglio