Il merito più grande è forse proprio quello di lanciare "spunti importanti" senza intenti moralistici e didattici, il tutto condito da una sceneggiatura che corrobora al meglio un pò tutti i componenti del cast.
LA NOSTRA INTERVISTA
LA TRAMA
Pieraccioni è Umberto, ingegnere la cui ditta di costruzioni non versa in buone acque. Il tentativo maldestro di buttar giù le mura di una banca lo conduce nelle patrie galere, esattamente nel carcere di Ventotene.
Non manca molto alla conclusione della sua detenzione e nel frattempo nelle ore diurne lavora presso la biblioteca dell' isola. Si diletta di cinema e durante una proiezione all'interno del carcere aperta al pubblico della quale cura la regia, conosce e si innamora di Morgana (Laura Chiatti), la quale non afferra che Umberto sia li come detenuto. Un equivoco che questi volutamente alimenta.
Di giorno, mentre dovrebbe lavorare, la frequenta e la sera ( da qui il Cenerentolo del titolo) prima che scocchi la mezzanotte è costretto a "rincasare" se non vuole che il direttore del carcere (Flavio Insinna) gli revochi il permesso di lavoro.
Non sveliamo altro se non il fatto che i personaggi sono sufficientemente definiti e le loro mosse hanno tutte una spiegazione plausibile. Perfino quelle della frizzante e imprevedibile Morgana lo sono e ne capirete il perchè.
COSA CI E' PIACIUTO
Un ruolo diverso da quello che normalmente nelle nostre commedie spetterebbe alla bella di turno è affidato all'attrice umbra, che bella lo è sicuramente, ma altrettanto azzeccata per un ruolo che le è stato cucito adosso da Pieraccioni, Giovanni Veronesi e Domenico Costanzo, cosceneggiatori del film.
Temi di fondo sono il rapporto tra padri e figli e gli errori che i primi ogni tanto commettono, quello dell'istituzione carceraria e della sua funzione sociale. Una comicità politicamente scorretta e per questo più autentica e meno scontata fanno il resto.
Un buon ritorno dunque, vedremo come andrà al botteghino dal 7 dicembre prossimo, auguri!