Nelle sale dal 31 marzo. Si tratta di Love & Mercy, il film che ripercorre la bio di Brian Wilson e, indirettamente, dei "suoi" The Beach Boys: chi non ne ha mai sentito parlare? Eppure non sono così conosciuti come si potrebbe pensare. Love & Mercy dà la possibilità di riscoprire e scoprire le vicissitudini di quegli anni, così lontani da essere ritenuti vintage, quando purtroppo la storia è ben poco che vintage. I casi di droga e depressione post successo, è risentito ancora oggi nella musica.
Un animo così sensibile e spensierato come quello di Brian Wilson, cantante, co-fondatore e compositore del famigerato gruppo degli anni ’60 dei Beach Boys rivela le problematiche e le gioie del percorso artistico in quegli anni e le condizioni a posteriori.
Continui flashback rimandano alla vita del leader della band, negli anni ’60 postumi all’esordio con la realizzazione delle più famose canzoni come Surfin’ USA, I get around e altre, in parallelo alla sua vita travagliata negli anni ’80.
Un percorso intricato che non porta a miglioramenti, ma anzi ne risalta i dolori e l’incapacità di poter vivere autonomamente, in quanto la sua vita è gestita dal terapista Eugene Landy (interpretato da un credibile Paul Giamatti).
Come in una novella, il regista risalta più volte la personalità dolce e sensibile delle donne che hanno salvato due volte la vita del compositore del gruppo, in primis la figura di Melinda Ledbetter (interpretata da Elizabeth Banks) che si dedica con tenerezza e dolcezza a Brian, conosciuto casualmente.
Un film non esordiente che può però affascinare gli appassionati di musica, risaltando l’intimità e la tecnica di sviluppo degli storici pezzi musicali.
L’atmosfera vacanziera ed i colori eccentrici riflettono, come i raggi del sole sulla superficie dell’oceano, il mondo visionario di Brian, contornato da un azzurro immenso e un senso di freschezza che però viene spesso devastato dalla paura, la solitudine e la perdita di ogni certezza.
Tutti necessitano di “Good Vibrations” e “Love & Mercy” per poter ritrovare la propria salvezza e questo film ce lo ricorda.
di Sofia Stella