Kevin Costner c'ha preso gusto con Roma. Dopo il suo passaggio al Festival del Cinema di Roma, poco tempo fa, ecco che la star di Hollywood torna nella Capitale, questa volta per presentare il suo ultimo film Criminal, del quale è protagonista assoluto.
Vi ricordate l'acconciatura discutibile che lo vide solcare il red carpet del Festival accompagnato sottobraccio dalla figlia? C'era una ragione precisa, stava girando proprio il film di cui vi parliamo oggi, in arrivo al cinema dal 13 aprile.
117 tiratissimi minuti per Criminal di Ariel Vromen, anche lui arrivato a Roma nei giorni scorsi. Un cast sontuoso per l'action-thriller di spionaggio distribuito da Notorious Pictures. Oltre a Costner sono della partita anche Ryan Reynolds, Gal Gadot, Tommy Lee Jones ( il neurochirurgo Dottor Franks) e Gary Oldman ( capo Londinese della Cia). Può bastare?
Ryan Reynolds è l'agente della Cia Bill Pope. Lo troviamo braccato per le vie di Londra da una banda di criminali. La stessa è sulle tracce di un hacker conosciuto come "L'Olandese" (Michael Pitt) col quale l'agente ha stretto un accordo per avere in cambio un software che, se dovesse arrivare in mani sbagliate, rischierebbe di mettere a rischio la vita di milioni di persone.
Fin qui nulla di veramente nuovo. Il nucleo vero del film di Vromen è però tutto nella ragione dell'ingresso nella storia di Kevin Costner. Nei panni del cattivo e senza sentimenti, Mr. Rio Mare è Jerico Stewart. Tutto gira intorno all'ipotesi che i destini dell'umanità possano dipendano dalla mente di un criminale. L'ultima speranza per tante vite in ballo è proprio Jerico. Cosa potrebbe succedere se si riuscissero a trasferire i ricordi e la memoria da una persona ad un'altra? E' questo l'interrogativo su cui il film si muove.
Frenetico al punto giusto, intricato ma non astruso come certi film del genere riescono ad essere, la trama del film ha tante sfaccettature e mille spunti, condito pure da una buona dose di cinismo ed ironia, complice un redivivo Costner. Sci-Fi con i tratti tipici dei film di spionaggio, battaglia psicologica ed inseguimenti adrenalinici alla Jason Bourne. Tutti gli elementi compongono un puzzle che si completa in un una sorta di moderno concetto di Frankenstein.
Qualche falla c'è ed il personaggio di Oldman non sembra brillare certo per intelligenza in questa storia. Certi clichè li trovo anche stavolta purtroppo, ma se ci si lascia condurre dal flusso della storia però ci si potrà divertire.
di Alessandro Giglio