Alla seconda esperienza alla regia, Natale si è detto innamorato della sceneggiatura di Giaramidaro, Mutschlechner, Lodoli, Fasoli e Dudkiewocz alla prima lettura; a me, invece, proprio questo è sembrato il tasto dolente del film. Troppi elementi, troppe chiavi di lettura sorrette da fondamenta incerte e sconclusionate. Andiamo per gradi però.
Andrei (Kamil Kula) è uno studente rumeno che ha vinto una borsa di studio e sta frequentando un corso di specializzazione a Trento (il film è interamente e volutamente girato qui per fuggire dalle grandi città). Di sera lavora insieme al suo coinquilino in pizzeria e di giorno in questura come interprete per le intercettazioni in corso su una presunta banda di trafficanti di droga suoi connazionali. Il lavoro non manca al "povero" Andrei perchè, conoscendo perfettamente anche il tedesco, la sua tutor (Silvia Delfino) lo mette in contatto con una amica - Claudia Gerini in un ruolo drammatico poco nelle sue corde ed alle prese con diverse scene scabrose - che ha la necessità di tradurre il diario del coniuge tedesco appena deceduto.
Integrazione, strenua lotta per la libertà, solitudini, ricerca del successo ad ogni costo e verità nascoste sono i cardini di un film che scorre lento e col passo faticoso ed incerto. Capisco la voglia di riservatezza, ma quale traduttore viene a casa e traduce il testo direttamente leggendolo all'interessata, in più facendolo un paio di pagine alla volta e guadagnandosi un centinaio di euro a tranche? D'accordo che come ha dichiarato il regista in conferenza stampa questo voleva essere solo uno spunto per raccontare altro e di più, ma un minimo di credibilità la storia dovrà pur averla. Per non parlare poi della scena ancor più assurda in cui il traduttore, piegandosi ai desiderata carpiti col ricatto dalla poliziotta interpretata da Anna Safroncik, "addomestica" la traduzione ed invece di pacco, tradurrà con droga... Chi può veramente pensare che possano davvero andare così le cose, consegnando il destino di una persona nelle mani di un semplice traduttore?? Gli attori tutto sommato non in gran spolvero non sono però responsabili dello scarso risultato del film.
Il regista motiva in conferenza stampa il cupo carattere del protagonista maschile col fatto che in realtà questi ha davvero poco da ridere, su questo non possiamo dargli torto, vista la storia della sua vita e le "vicende italiche". Probabile però che, una volta visto il film, anche gli spettatori non avranno molto da ridere. Sconsigliato!
di Alessandro Giglio