Oscar è un ragazzo impettito: sta sempre sull’attenti e a volte appare quasi imbalsamato.
Emmy invece è snella e agile, ha persino le ali e con queste sembra voler spiccare il volo da un momento all’altro.
Oscar cerca di invitarti a casa sua, che è molto grande e luminosa, ha degli schermi giganti e avvolgenti e un impianto sonoro da far vibrare le poltrone. Ma invita sempre molta gente e puoi rischiare di dover fare la fila per entrare, oppure devi arrivare in anticipo per aggiudicarti i posti migliori, col rischio di rimanere fuori o di dover stare in una sala non proprio accogliente.
Emmy ti lascia scegliere il posto perché per lei va benissimo anche restare a casa, comodamente spaparanzati sul divano o sul lettone.
Oscar teme che le storie complicate o troppo lunghe possano annoiare, quindi sceglie quelle con tanta azione, le esplosioni, gli effetti speciali, con i super eroi oppure i film dell’orrore, o ancora i cartoni animati, e cerca sempre di aggiungere tante battute brillanti. Usa anche il 3D per rendere ancora più coinvolgente il tutto e concentra il suo spettacolo all’interno di qualche ora. Se una storia ha particolarmente successo, la riprende e ne racconta il seguito, oppure torna indietro, alle origini e magari la ripropone con qualche rinfrescata qua e là.
Emmy preferisce raccontare storie più complicate, che si svolgono in tempi più lunghi, elaborando argomenti più intricati, cercando sempre di capire cosa il suo pubblico si aspetta da lei: commedie, storie ambientate in mondi fantastici o tratte da romanzi epici, storie vere, storie di serial killer, di medici, di galeotti, di spacciatori di droga. Le piace entrare nel dettaglio sui personaggi e arricchire la trama con tante storie parallele. Non ha alcuna fretta di arrivare alla fine del racconto, anzi, preferisce ogni tanto fermarsi, lasciarti con un bel punto di domanda, e dirti “ continuiamo la settimana prossima”, permettendoti di avere il tempo di rifletterci sopra e magari di confrontarti con i tuoi amici su quello che potrebbe succedere in seguito.
Oscar preferisce i protagonisti simpatici e molto fighi, quelli che vincono sempre contro il cattivo, spesso schernito o di cui comunque sottolinea il lato comico o grottesco.
A Emmy non interessa assolutamente il lieto fine, per lei ogni personaggio può avere un destino sorprendente e il cattivo può anche essere incredibilmente crudele, o il vincitore.
Oscar ha sempre collaborato con molte persone capaci di mettere in scena le sue storie, promettendo grandissime ricompense e tanta notorietà, ma il suo obiettivo era sempre quello di portare il maggior numero di persone possibile a casa sua.
Emmy invece ha iniziato in sordina, e collaborava con le persone che Oscar vedeva come “gente di serie B”. Ma Emmy è sempre stata aperta alle nuove idee e ben presto i collaboratori di Oscar, stufi di supereroi, di esplosioni, di azione, hanno cominciato ad avvicinarsi ad Emmy, perché hanno capito che con lei avrebbero avuto la possibilità di sperimentare anche idee poco commerciali con tempi più lunghi a disposizione per sviluppare le loro storie: Emmy appaga il loro desiderio di raccontare in libertà.
Oscar si sente un po’ svilito e derubato dell’attenzione che prima aveva. Ma forse è arrivato per lui il momento di riflettere e di maturare. Riuscirà Emmy a convincere Oscar a cambiare?
di Giulia Caputo