Extra

Festa del Cinema di Roma: arriva Oliver Stone con "Snowden"

Venerdì, 21 Ottobre 2016 08:36

Oliver Stone mette in scena "Snowden", con poche ombre e tanto spettacolo, il viaggio dell’eroe civile che ha incrinato la fiducia tra Obama e il popolo americano. Al cinema in Italia dal 1 dicembre.

 

Non si può commentare il nuovo film di Oliver Stone senza citare il suo padre biologico, di cui abbiamo giá scritto, ovvero quel vero e proprio “dietro le quinte della Storia” di Citizenfour, vincitore l’anno scorso dell’Oscar come miglior documentario. Dove Laura Poitras, allora, lasciava parlare gli eventi in diretta e il vero Ed Snowden, qui il regista americano riprende, in parte, gli eventi di quella settimana cruciale del 2013 e romanza la vita dell’informatico dagli anni nell’esercito fino ai giorni nostri, mettendoci una forte dose di eroismo e spettacolo. Il primo aspetto faceva parte anche del lavoro della documentarista tedesca, anche se la propensione ai primi piani serviva a domandarsi, in fondo, chi fosse davvero l’ex tecnico della Cia. E anche lì lo spettacolo non mancava, reso ancor più vivido dall’assenza di finzione. Qui, invece, entrambi gli elementi macinano minuti e suspense a ritmo di instant classic, e possiamo dire che a settant’anni il regista di Platoon e Wall Street gode ancora di un’ottima forma.

Oliver Stone
Oliver Stone a Roma

 

Certo, il protagonista appare tutt’altro che complesso, compiendo un percorso di coscienza e consapevolezza generalmente lineare e mai troppo conflittuale. Ma Snowden non è un film sul personaggio, bensí una celebrazione dell’eroe senza macchia. Le zone d’ombra, la ragion di Stato e i dubbi sul suo operato non sono contemplati: proprio per questo, per avere una visione chiara e meno accorata dello scandalo che colpì l’N.S.A., non si può prescindere da Citizenfour. Tuttavia, come biopic esaltante ed esaltato, teso a irrompere nella distribuzione mainstream per portare al grande pubblico la vicenda di Snowden, l’omonima pellicola finisce nel riuscire nel suo intento, con un ritmo da spy thriller e la consueta love story – tra l’altro, paradossalmente, forse l’aspetto meno fictional del film.

Oliver Stone si conferma innamorato del popolo americano e avverso a chi lo governa. In questo senso, il suo personaggio incarna l’ideale patriottico del regista americano, ovvero colui che si sacrifica non per lo Stato inteso come ordine costituito ma per il popolo che riempie gli uffici, le fabbriche, i centri commerciali. Lo Snowden di Stone sfida il potere per il bene della Nazione fino a diventare un reietto, oltre che ricercato, arrivando persino a perdere la cittadinanza americana. Non è casuale, infatti, la scelta di mettere in scena il periodo trascorso tra le fila dei soldati statunitensi, inteso come la fase di assoluta fiducia del ragazzo nello Stato/Nazione.

Ma al di là delle implicazioni politiche del portare un’opera simile nelle sale, Snowden è prima di tutto un ottimo esempio di cinema classico, sostenuto da un convincente Joseph Gordon-Levitt e da una sceneggiatura robusta. La relazione amorosa con la fidanzata, infine, ripresa in tutta la sua quotidianeitá, sembra confermare una volta per tutte l’intento di Stone: mostrare due giovani americani che con la giusta attitudine e il semplice senso del dovere possono mettere in crisi il governo più forte del mondo.

 di Paolo Di Marcelli