Margaret Yvonne Middleton, meglio conosciuta come Yvonne De Carlo (1922-2007), nacque a Vancouver. Abbandonata dal padre, fu cresciuta dalla madre da cui prese il cognome di origine messinese, la quale la incoraggiò a entrare nel mondo dello spettacolo, avendo notato nella giovane Yvonne un particolare talento nella danza. Iniziò la sua avventura nel 1937 quando la madre la accompagnò a Hollywood, dove però la ragazza non ebbe successo. Dopo il ritorno in Canada, nel 1941 vinse il concorso di bellezza "Miss Venice Beach" e l'anno successivo raggiunse nuovamente Hollywood per ritentare la fortuna nel cinema. Tra il lavoro di ballerina in un nightclub la notte ed i provini il giorno, fu finalmente assunta dalla Paramount Pictures. Lavorò con la Columbia che le permise di interpretare il suo primo personaggio nel lungometraggio "Harvard, Here I come". Dopo due anni ebbe una importante parte in The Deerslayer (1943), ma il vero successo fu coronato quando divenne protagonista in Salomè (1945), prodotto dalla Universal Pictures. Fu subito trascinata dalla fama di Hollywood collaborando con grandi registi e attori, arricchendo la sua carriera grazie a molti film come Forza Bruta(1947) e Doppio Gioco (1949). Il maggior successo lo acquistò in ruoli in costume e ambientati in terre esotiche come: L'Aquila de deserto (1950), L'Angelo Scarlatto (1952), Sombrero (1953) dove è imponente e maestosa la sua naturale bellezza. Da questa magnetica ed enigmatica attrice emerse un'ironica personalità quando iniziò a partecipare a film ambientati in Italia e Inghilterra, eliminando il cliché di diva hollywoodiana. Tra questi ricordiamo L'eredità di un uomo tranquillo (1954) di Mario Zampi. Nel 1957 tentò anche la carriera di cantante, incidendo un disco intitolato "Yvonne De Carlo Sings". Durante i primi anni sessanta, la De Carlo apparve spesso come guest star in popolari telefilm e tornò protagonista femminile con I mostri (1964-1966), serie televisiva di grande successo e parodia delle storie dell'orrore. Negli anni settanta partecipò a numerosi musical a Broadway e portò molte commedie musicali in tournée. Partecipò a episodi delle serie Fantasilandia (1979), La signora in giallo (1985) e in pellicole come American Gothic (1988) e la commedia Oscar-un fidanzato per due figlie (1991) con Sylvester Stallone e Ornella Muti. Si ritirò definitivamente dalle scene nel 1995, quando morì suo figlio Michael, tanto che l’attrice non concesse nessuna intervista. Nella sua autobiografia affermò di aver avuto 22 relazioni sentimentali, tra cui il principe Alì Khan, il regista Billy Wilder, il produttore Howard Hughes, gli attori Clark Gable, Burt Lancaster, Robert Stack e Robert Taylor.
Gene Eliza Tierney (1920-1991) nacque da una famiglia benestante che decise di darle il nome dello zio morto prematuramente, Gene. Definita “la principessa” dai suoi familiari, era seconda di tre figli. Andò in diverse scuole negli USA e visse due anni in Svizzera, dove frequentò una prestigiosa scuola di Losanna. Dopo una visita agli studi della Warner Bros, il regista Antole Litvak notò la sua bellezza e le chiese di diventare attrice offrendole un sostanzioso contratto, nonostante fosse una ricca benestante. Approdò così a Broadway nel 1938 grazie all'aiuto del padre, che fondò per lei una società sponsorizzatrice. La sua prima apparizione cinematografica fu nel 1940, in un’ambientazione nel western con Il vendicatore di Jess il bandito (1940) e l’anno seguente partecipò ad altri cinque film. Ebbe ruolo come immagine Pin-up su Brief, una rivista dell’aeronautica statunitense nel Pacifico. Gene Tierney raggiunse l'apice della sua carriera nel 1943 come protagonista nella commedia Il cielo può attendere (1943) di Ernst Lubitsch. Il suo ruolo cinematografico più celebre fu però quella della misteriosa Laura in Vertigine (1944) di Otto Preminger. Nel 1946 ottenne una nomination all' Oscar come miglior attrice protagonista per la sua drammatica e intensa interpretazione in "Femmina Folle". In seguito alla nascita di una figlia portatrice di handicap, a causa della rosolia contratta in gravidanza, e dopo la rottura con il marito stilista, Oleg Cassini, Gene iniziò un lungo periodo di depressione tanto da essere ricoverata nel 1955. Solamente nel 1962 riuscì a tornare sul grande schermo in "Tempesta du Washington". Nel 1978 la Tierney, in collaborazione con Mickey Herskowitz, decise di pubblicare un'autobiografia (mai uscita in Italia) dal titolo Self Portrait, nella quale ripercorse la sua intera carriera e il periodo buio della malattia psichica. Saranno comunque immortali il suo fascino e il suo savoir faire, meritandosi una stella lungo la Hollywood walk of fame.
di Sofia Stella