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Il grande classico sci-fi “Metropolis” di Lang diventa una serie tv

Domenica, 08 Gennaio 2017 15:51

Il grande film di fantascienza “Metropolis” compie 90 anni, intanto si attende il remake in miniserie tv da 10 puntate realizzato da Sam Esmail che sta prendendo vita.

Il progetto: il creatore della serie tv Mr. Robot, sta lavorando, proprio in questi giorni, all’ambizioso progetto del riadattamento in miniserie del grande classico del cinema muto “Metropolis” (1927) di Fritz Lang. La notizia arriva da The Hollywood Reporter, in cui lo sceneggiatore sostiene che il prodotto, ancora in fase embrionale, verrà trasmesso sul piccolo schermo grazie alla Universal, produttrice della serie da 10 milioni di dollari a puntata. Le attese saranno pertanto lunghe: si prevedono almeno 2 anni! Inoltre si sostiene che la serie TV dovrebbe seguire una struttura di quattro o cinque stagioni. Come il film originale, la miniserie racconterà un futuro dispotico in cui riecheggia una divisione netta tra classi sociali: i cittadini illustri della metropoli che vivono in altissimi grattacieli, in contrasto con i lavoratori del sottosuolo della città, che lavorano notte e giorno per produrre elettricità necessaria agli abitanti della superficie. Il sistema dispotico verrà però distrutto da una coppia di innamorati rivoluzionari, Maria e John.  

metro robot

SAM ESMAIL: sceneggiatore di Mr Robot, la serie tv di genere drammatico-thriller che ha conquistato il pubblico americano e poi quello internazionale nel 2015. Grandi aspettative sono concentrate sulla figura di Esmail, che ha vinto un Golden Globe per la miglior serie drammatica. Si sta intanto producendo la sua terza stagione, che vedremo sul piccolo schermo nel 2017.

METROPOLIS: il film sci-fi realizzato nel 1927 dal regista austriaco Fritz Lang, un capolavoro del cinema muto ed espressionista, compie 90 anni dalla sua prima uscita (il 10 gennaio 1927 all'Ufa-Palast am Zoo di Berlino). È universalmente riconosciuto come modello del cinema di fantascienza moderno, che ha ispirato capolavori come Blade Runner e Guerre Stellari, Terminator, La vita futura, Il quinto elemento, Matrix e altri. Metropolis ha una scenografia ambientata nel 2026, tempo di un futuro dispotico con forti divisioni classiste. 

Curiosità: La rappresentazione rimane una delle produzioni più costose della storia del cinema. Lang sfoggiò all’epoca (1926) innovativi effetti speciali che riuscirono a rappresentare il futuro apocalittico in modo sensazionale. La Maria-robot ricorda la meretrice di Babilonia quando lusinga gli uomini borghesi, e in un’altra scena appare a cavallo di un mostro che evoca l'Apocalisse di Giovanni. La sceneggiatura del film fu scritta da Fritz Lang e sua moglie, Thea von Harbou, attrice tedesca. La signora Lang aveva scritto precedentemente un romanzo al solo scopo di essere utilizzato per una pellicola. Il romanzo uscì in forma seriale sul periodico Das Illustrierte Blatt. Il film è sviluppato come un'opera lirica ed è diviso in tre parti: il "Prologo", che dura per l'intera prima metà del film, un breve "Intermezzo" e un "Furioso", che segna le scene finali.

Grazie al valore culturale e tecnico di questa opera cinematografica, è stato il primo film della storia ad essere inserito nel registro Memoria del mondo, un progetto dell'UNESCO nato nel 1992 per salvaguardare le opere documentarie più importanti dell'umanità. 

L’avanguardia: Dal punto di vista tecnico, in quell'epoca Metropolis era sicuramente un film di avanguardia. Grazie a tecniche di ripresa strabilianti: l'introduzione dell'effetto Schufftan, dal nome del fotografo Eugen Schufftan, permetteva la creazione di mondi virtuali a costi relativamente bassi. Era una proiezione di fondali dipinti tramite un sistema di specchi inclinati a 45 gradi. Nelle restanti parti si potevano poi usare scenografie tradizionali ed attori in carne ed ossa, con uno straordinario effetto di realtà. Questa tecnica venne usata per creare l'enorme stadio di Metropolis (effetto Schüfftan nella parte alta e veri corridori nella parte bassa), la città dei lavoratori, la torre di Babele o le viste aeree della città.

In Metropolis si registra inoltre l'introduzione nel cinema d'autore del "passo uno", ovvero le riprese effettuate per singoli fotogrammi. Le scene con esposizioni multiple sono state realizzate direttamente sul posto, riavvolgendo la pellicola e filmandovi sopra più volte. Questa tecnica era molto delicata ai fini del prodotto finale.

La firma indelebile del regista era senza dubbio la composizione dell'inquadratura, che creava un vero e proprio equilibrio tra narrazione ed effetti speciali, grazie all'estro dovuto a un universo visionario colmo di simbolismi.  

Qui ritrovate il film integrale restaurato 

di Sofia Stella