"Vento di Passioni" è un film del 1994 diretto da Edward Zwick con Brad Pitt capellone, biondissimo e sensuale. Basato sul romanzo di Jim Harrison, occorsero ben diciassette anni per la sua realizzazione. La storia narra di un colonnello (Anthony Hopkins) che abbandona l’esercito per andare a vivere in un ranch con i suoi tre figli. Tre uomini molto diversi tra loro; il primo purtroppo ha vita breve, muore nella guerra del ’15-’18, mentre il secondo, frustrato ma al contempo ambizioso, si dedica alla politica. Il terzo ed ultimo, interpretato da Brad Pitt, è il figlio selvaggio, curioso ed inquieto col vento perennemente nei capelli (la sentite già la passione?). Come in ogni pellicola del genere che si rispetti sarà l’arrivo della fanciulla, ancor più che della guerra, a rompere gli equilibri. La ricetta è: passione, tradimento, gelosia, amore. La plot è già ad un primo colpo d’occhio non molto originale, specie se guardiamo alla letteratura, ma il risultato è un blockbuster che funziona e che tutto sommato scalda il cuore col suo fare pomposo e ridondante.
L’abbiamo già detto che c’è Brad Pitt biondo e coi capelli lunghissimi all’apice del suo sex appeal? Insomma, Vento di Passioni è una pellicola da non perdere soprattutto se siete nel vostro periodo, come piace dire agli americani. Il film è inoltre consigliato in particolar modo se si ha bisogno di passione dal sapore d’altri tempi, come suggerisce il titolo, ed una buona dose d’amore travolgente e senza raziocinio.
Vi accorgerete ben presto che questa pellicola dalla magnifica fotografia (premiata con l’Oscar nel 1995) vi riscalderà e contribuirà a risolvere anche quei fastidiosi crampi che caratterizzano il Signore Oscuro all’apice del suo successo, in quanto il film ha la stessa funzione di una bella borsa d’acqua calda. Accompagnate, se gradite, la visione di Vento di Passioni con una bella tazza di latte caldo ed orzo ed un quadratino di cioccolato extra fondente. Buona visione!
Se vi sentite isteriche in ogni forma ma avete voglia di vedere un film leggero e totalmente femminile, non potete che scegliere “Il diavolo veste Prada” del 2006 diretto da David Frankel. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Lauren Weisberger e vede protagonista una giovane giornalista Andrea (Anne Hathaway) con il sogno di diventare scrittrice. Vive con il suo fidanzato in un appartamento tranquillo a New York. Ma la sua vita da ragazza acqua e sapone cambierà radicalmente quando troverà lavoro presso Runway, una famosa rivista di moda, gestita da Miranda Priestly (Meryl Streep). I rapporti cambieranno drasticamente per Andrea, nulla sarà come prima. Del resto quando siamo in quel periodo lì, dobbiamo sempre aspettarci il peggio per poi ricominciare daccapo. E' la nostra indole. Stabilite voi se durante il vostro periodo meno piacevole del mese vi rispecchiate maggiormente nella strambalata e stressata Andrea immersa nella valanga di compiti, ordini e scadenze da rispettare (le isteriche) o se siete arpie asociali come Miranda, che allontanano il prossimo a suon di critiche e disprezzo (le diavolesse). Con questa pellicola la vostra unica preoccupazione sarà scegliere il vestito per il giorno dopo, prendendo spunto dai preziosissimi consigli di Miranda e il suo assistente.
Consiglio la visione su un divano pieno di cuscini su cui adagiare la vostra schiena e reni doloranti, sorseggiando un calice di vino rosso "Valentino", che vediamo in un cameo nel film.
Propositi per il nuovo anno: non stare male il primo giorno di ciclo. Ma - ahinoi - controllare lo stato di malessere non è così semplice. Così decidiamo di darci al cinematerapia, ancora. Per aprire la rubrica 2017 ho scelto "The girl on the train", uscito nel 2016 in Italia come "La ragazza del treno". La storia è abbastanza banale: ragazza triste sul treno con un passato che la opprime non riesce a domare la sua stessa vita. Ma - e qui le ragioni di questa recensione - come sopravvivi se sei alcolista, sei stata tradita, sei alla ricerca di verità, ma la tua vita è fatta di black-out? Per fortuna (?) Rachel Watson non è del tutto sola: profilo psicologico problematico e complesso è anche quello di altre due donne connesse alla prima secondo efficaci intrecci drammatici, Anna Boyd e Megan Hipwell. Ciò non lasci in alcun modo credere che queste due fungano da Aiutanti! Anna è la donna con cui Tom tradì Rachel e da cui è riuscito ad avere una figlia, Evie; Megan la baby-sitter della piccola Evie che scatenerà la bufera psichica della protagonista.
Perché? In una situazione già precaria, a partire dal punto di vista principale, quale può essere la punta di coltello capace di raccogliere tutto il malessere e buttarlo giù in una cascata di estrogeni? Ammetto che non è stato difficile per me capire come finisse la storia e durante la prima mezz'ora ho pensato di mandare tutto a monte per il musical "La la land" con Ryan Gosling e la mia bellissima Emma Stone (vincitore del Golden Globe 2017). In questa rubrica, però, mi son detta, la missione è quella di raccontare qualcosa alle donne nella loro settimana di ciclo che possa individuare le debolezze emergenti e colpirne una ogni volta secondo un determinato fittizio e reale stato psico-fisico. "La ragazza del treno", allora, è una proposta cineterapeutica per quelle volte in cui il tuo malessere sembra non essere compreso - forse neppure da te - e non credi di poter confidare in alcuna solidarietà; quando ti rimane la possibilità di controllare il dolore solo abbandonandoti alla fiducia in te stessa. Forse.
Di Melissa Blasi, Sofia Stella e Roberta Toffee Cordaro