La storia riprende da 20 anni dopo il tradimento di Renton, che torna nella città dove tutto è iniziato e si incontra nuovamente con i suoi vecchi amici. Ma cosa significa aver fatto passare vent’anni?
Il Cast: Eh sì, il tempo non risparmia nessuno. Se quando avevano girato il primo film i protagonisti erano poco più che ventenni (eccezion fatta per il più grande Carlyle), nel sequel li ritroviamo tutti oltre i 40. “Avevano fame, avevano il fuoco dentro e tanta voglia di lavorare insieme”, dichiara il regista riguardo il cast, “ È stato bello per tutti fare un salto indietro nel tempo. Abbiamo ritrovato quella magia tipica dei primi film, quando l’istinto e il coraggio di lasciarsi andare prevalgono sulla tecnica.”
Lo scorrere del tempo tuttavia non riguarda solamente l’età degli attori ed i loro volti segnati, ma anche e soprattutto le loro carriere.
- Il poliedrico Ewan McGregor è uno degli attori più influenti nel Regno Unito, con due nomination ai Golden Globes a suo nome ed una filmografia di tutto rispetto: Mouline Rogue, Big Fish e la trilogia prequel di Star Wars, per citarne alcuni.
- Jonny Lee Miller ha preso parte con successo a serie televisive come Dexter e Eli Stone, mentre dal 2012 veste i panni di Sherlock Holmes in Elementary.
- Ewen Bremner ha avuto ruoli importanti in Black Hawk Down, Pearl Harbor e Jack the Giant Slayer, oltre a lavorare in TV nelle serie My Name is Earl e Blackout.
- Robert Carlyle ha preso parte a molti film come The Full Monty, The world is Not Enough, Eragon e Angela's Ashes, apparendo anche in televisione con Once Upon a Time e Stargate Universe.
La città di Edimburgo: A differenza di Trainspotting, dove le scene sono state girate quasi tutte nella città di Glasgow, T2 è stato per lo più girato nella capitale scozzese, riproponendo le location più iconiche del primo film.
A Princes Street viene girata nuovamente una delle scene più famose, quella in cui Renton e Spud scappano correndo dalla polizia, passando davanti una filiale di John Menzies, ora diventato un negozio del marchio Next. Durante le riprese del film, avvenute l’estate scorsa, non era raro ritrovare i social intasati da immagini e video degli attori immortalati mentre correvano o semplicemente attraversavano la strada in Princes Street o in altre vie di Edimburgo.
Altra location che viene ripresa è la strada al di sotto del Regent Bridge, che questa volta viene utilizzata come rimando diretto al primo film: Spud vede correre giù dalla strada due ragazzi, proprio come lui e Renton avevano fatto venti anni prima, portandolo a riflettere sulla sua giovinezza.
Ulteriori ambientazioni simbolo di Edimburgo sono Holyrood Park, l’immenso parco dove vediamo correre Mark e Spud e dal quale si ha una visione panoramica della città una volta raggiunta la vetta di Arthur's Seat, o ancora il Parlamento Scozzese o le vie dell’Old Town, dove si avventura un Renton sempre in fuga.
Sebbene T2 ci dia questa volta una visione più ampia della capitale scozzese e dei suoi luoghi simbolo, bisogna pur sempre ricordare che 21 anni sono passati, e se Trainspotting metteva in luce una realtà degradata e criminale intorno all’area di Leith, ora questo non è più riscontrabile. Leith è oggi un’area ricca di negozi, supermercati e ristoranti, ben lontana da quella zona povera e pericolosa degli anni ‘80 raccontata nel romanzo di Welsh. Edimburgo è una città con le sue luci ed ombre – come del resto lo sono la maggior parte delle capitali – ma che in questi 21 anni ha saputo migliorare ed innovarsi.
La nostalgia: a distanza di tanto tempo, è ovvio che ci sia. Non è certo la nostalgia per la bellezza del primo film o per le emozioni profonde che ci ha trasmesso: Trainspotting non era né bello né commovente, ma innovativo e disturbante nel suo genere. La sensazione nostalgica su cui punta è quella collegata ad un passato lontano, al suo essere stato un simbolo degli anni ‘90, a quella voglia di evasione giovanile che sfocia in dipendenza e autodistruzione, che è un tema ancora e più che mai attuale. È presente una nostalgia anche verso i vecchi personaggi e la curiosità di scoprire cosa ne è stato dopo vent’anni.
“La nostalgia c’è, e riguarda tutti noi, compreso il pubblico”, spiega Boyle, “Il film parla dell’età adulta e di come si arriva alla maturità. Vorrei che T2 facesse ripensare al primo film, quando anche gli spettatori avevano vent’anni di meno”.
Non più la dipendenza dalla droga dunque, ma la consapevolezza del tempo che passa, il passaggio all’età adulta, la crescita e la nostalgia per un passato che non c’è più. Queste sono le tematiche su cui vuole puntare T2, un approccio ben diverso da quello della prima e visionaria pellicola.
Non reggere il confronto con il primo film è il rischio a cui va incontro ogni sequel, ma T2 sembra invitarci ad una rilettura con altri occhi, a non cercare uno scontro diretto con il passato, quanto un suo superamento, accettando l’inevitabile condizione umana subordinata al passaggio del tempo ed ai cambiamenti che porta con sé.
di Federica Mattiello