Dopo aver visto Libere disobbedienti innamorate – In Between, il primo film di Maysaloun Hamoud, dovrete aggiornare seriamente il vostro punto di vista sullo stile di vita delle donne palestinesi in Israele. Come il film documenta, accanto alla tradizione patriarcale e maschilista esistono donne indipendenti la cui freschezza si amalgama alla scena underground disinibita di Tel Aviv.
Le protagoniste dell’opera sono tre giovani ragazze arabe, Laila (Mouna Hawa), Salma (Sana Jammelieh) e Nour (Shaden Kanboura), impegnate nella continua lotta giornaliera dell’affermazione. Un inno dunque alla costruzione dell’identità femminile. Perché essere donna significa amare, ridere, piangere, perseguire una strada non tracciata, cadere e rialzarsi; così loro amano e ridono ancora, magari fumando marijuana o bevendo birra e ballando fino ad aspettare l’alba.
Con il suo atteggiamento sprezzante e lo sguardo magnetico, impenitente fumatrice, Laila è avvocato di giorno, mentre butta giù l’acconciatura ribelle e si lascia andare alla vita, al sesso e al divertimento di notte. E’ felice di innamorarsi di Ziad, un giovane regista con studi a New York, fino a quando non scopre la falsa apertura mentale del ragazzo ancorato alla società maschilista che giudica più “impura” una donna fumatrice che non andare in galera per qualche canna.
Laila condivide l’appartamento con la sua amica lesbica Salma, tatuaggi e piercing al naso la rendono un altro sofisticato dipinto umoristico, capace di passare da barista a DJ senza troppa preoccupazione. La famiglia cristiana conservatrice la punirà quando verrà a scoprire la “malattia”, così grave da minacciare la chiusura in manicomio per la giovane ragazza.
Le due signorine non battono ciglio all’arrivo di una nuova coinquilina (Nour), islamica e completamente coperta. Nonostante i pregiudizi e le figure scomode o simpatiche, è personalizzata come una donna in procinto di liberare se stessa. In uno dei momenti più scioccanti del film, subisce una violenza da parte del futuro sposo, arrogante e dispotico, solo per aver rifiutato l’anticipo del matrimonio.
Hamoud racconta tutto questo in un arioso dramedy al femminile, accompagnato da una buonissima colonna sonora electronic/rock, con cui è stato accolto trionfante al Toronto International Film Festival 2016 e al San Sebastiàn International Film Festival 2016.
Certamente la loro libertà ha un prezzo (“se hai un dollaro vali un dollaro”, come dice Laila nel film), ma nonostante i momenti drammatici nessuna delle tre giovani sembra destinata a tornare alla vita tradizionale.Sono più forti di chi le giudica, di chi le tradisce, di chi le umilia. La semplicità non è di casa per chi, all’interno di una Tel Aviv in crisi, prova a vivere tra (In between) modernità e tradizione. Non è facile essere Nour, essere Laila o essere Salma, ma bisogna almeno provarci e ogni tentativo si traduce in un prezioso passo avanti. Perché se una donna riesce a sentirsi a proprio agio fumando una sigaretta, se è libera di mostrarsi per com’è, allora è libera dal pregiudizio. E la vita senza pregiudizio è sinonimo di libertà.
di Luigi Colosimo