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Benedetta Follia, la recensione del film

Lunedì, 08 Gennaio 2018 21:28

A due anni dal suo ultimo ciak, torna nei cinema dall' 11 gennaio  Carlo Verdone con Benedetta Follia. Protagonista femminile Ilenia Pastorelli al fianco di Maria Pia Calzone e Lucrezia Lante della Rovere. Noi di Radio Libera Tutti l'abbiamo visto in anteprima e ve lo raccontiamo.

Dopo un pò di appannamento il regista romano reingrana la marcia e sforna finalmente una commedia ai suoi livelli. Dopo la piacevole sorpresa di Come un gatto in tangenziale targato Riccardo Milani, un'altra commedia nostrana fa centro. 

LA TRAMA

Venticinque anni di matrimonio festeggiati con una cena fra le più alte sfere della gerarchia vaticana. Tra cardinali e monsignori ci sono Guglielmo ( Carlo Verdone), proprietario di un negozio di articoli religiosi tramandatogli da suo padre, e sua moglie Lidia ( Lucrezia Lante Della Rovere). Un rapporto ormai logoro e annoiato, forse proprio per colpa di Guglielmo e della sua vita sotto naftalina. Una crisi di cui però egli non sembra essersene minimamente accorto.

Proprio la cena è la goccia che farà traboccare il vaso. Lidia decide di lasciarlo facendo vacillare i lui ogni certezza. I mesi passano via tra rimpianti e tentativi andati a vuoti di riconciliazione e a dare una sferzata alla triste routine sarà l'arrivo di Luna ( Ilenia Pastorelli).

Alla ricerca di un posto di lavoro vacante nel negozio di Guglielmo si presenterà Luna, la più improbabile delle commesse, soprattutto per un negozio del genere. Immaginate una cubista in minigonna che più mini non si può, che tra una "ciancicata" di gomma ed un selfie venda crocifissi e madonnine...

Per pietà o quasi verrà assunta per un mese, il resto lo vedrete con i vostri occhi.

TUTTI I PUNTI DI FORZA

Complice una solida e briosa sceneggiatura, frutto della collaborazione tra Verdone stesso ed il duo Guaglianone/ Menotti, la nuova fatica prodotta dai De Laurentiis ha diversi ingredienti che ne costruiscono la proprie fortune.

Innanzi tutto il cast. Sorprende, ma ormai non più di tanto, la prova di Ilenia Pastorelli, perfetta in un ruolo che sembra scritto apposta per lei. Verdone in conferenza ha spiegato come un tempo scrivesse film su un personaggio mentre ora partisse da alcune situazioni, eppure qui si stenta quasi a crederlo.

L'innesco è il solito a cui siamo abituati in fondo. Il borghese della Roma bene, posato e imbalsamato che si confronta con la borgatara coatta e inconsapevole. Nulla di nuovo quindi, almeno all'apparenza. Sono il ritmo, le trovate e le gag non fini a se stesse  a fare la differenza. L' "aiuto" dei due sceneggiatori che ora lo affiancano si nota. Alcune trovate al limite sono dosate a dovere,  perchè in caso contrario sarebbe bastato un attimo per cadere nel volgare o nel becero; il film invece non tracima mai. Non è la tanto strombazzata scena dance onirica in cui c'è la mano del coreografo Luca Tomassini ( in verità del tutto marginale e anche evitabile) a fare la differenza, ma una regia attenta e leggera.

C'è anche molto del vecchio Verdone con omaggi ai suoi film. Dalla discoteca di al Lupo al Lupo, a Troppo Forte ( Guglielmo che parla allo specchio con la sua versione venticinque anni  più giovane è metacinema), da Viaggi di Nozze alle sue antiche paranoie su salute e medicine ( sintomatico l'episodio, forse il meno riuscito, in cui è fianco a fianco con Paola Minaccioni. Ma non solo, c'è pure un rimando alla scena cult di Harry ti Presento Sally in chiave hot.

Forse a giovare a Verdone è anche il ritorno ad un confronto con quell'universo femminile con cui non ha mai toppato. Riesce ad esaltare le sue donne ancora una volta. Oltre alla già citata Pastorelli, vero motore della storia insieme agli incontri improbabili  e tragicomici in cui Guglielmo incappa grazie all'app Lovit, bello è il ruolo cucito addosso a Maria Pia Calzone in cui c'è una donna forte, decisa ma anche dolce e divertente. Marginale ma ben delineato anche il personaggio interpretato da Lucrezia Lante Della Rovere: non una moglie che abbandona simile a quelle cui tante pellicole italiane ci hanno abituato.

Valore aggiunto infine la scelta di una colonna sonora in cui molti brani incorniciano alla perfezione le varie situazioni: su tutti il momento de "La stagione dell'amore" di Battiato e la chiusura con "E la chiamano estate" di Bruno Martino.

Insomma, s'è capito, Benedetta Follia lo consigliamo: bentornato Carlo!

di Alessandro Giglio                     

Benedetta Follia: il trailer ufficiale