La protagonista è sempre lei, Elise Rainier, la parapsicologa interpretata da Lin Shaye. La telefonata di un suo potenziale cliente la riporterà a vivere i suoi fantasmi nella casa in cui è nata e cresciuta. L'uomo ha acquistato da qualche mese la vecchia dimora di Elise adiacente al penitenziario di Five Keys in New Mexico.
La ricerca delle entità paranormali che tormentano l'uomo, proiettano Elise indietro nel tempo dandoci la possibilità di esplorare le origini della medium. Interessanti e terrificanti le dinamiche familiari dei Rainier. E' il ritorno di Elise a Five Keys che favorirà l’incontro con suo fratello (interpretato da Bruce Davison), col quale non ha più contatti da anni e che l’accusa di averlo abbandonato in balia del padre aguzzino. L'infanzia di Elise è sintomatica di quel in fondo il film ci trasmette. Le ossessioni ed i fenomeni paranormali che la perseguitano sono solo una parte del suo malessere. I veri mostri forse sono quelli che alcune volte ci circondano nel nostro mondo. Nel suo caso è il padre, capo della vigilanza del Braccio della Morte. Un uomo lacerato e alcolizzato, spesso brutale con la moglie ma anche e soprattutto con Elise, colpevole di rivelare le sue visioni e non nasconderle.
Tanti i punti di merito del film, non ultimo quello di essere assolutamente godibile da quanti non si siano mai accostati alla saga prima d'ora. Addirittura forse il miglior modo di avvicinarsi ad "Insidious ei suoi fratelli", perchè L'ultima chiave è probabilmente il miglior sequel per impianto narrativo e con una giusta miscela di horror e humor. Balzi sulla sedia se ne fanno come non accade haimè molto spesso con alcuni pseudo horror ultimamente visti.
Molto buona la sceneggiatura, e benchè come detto prima il perno della storia sia Elise/Shaye, sono sfruttate al meglio anche le figure che la accompagnano. Non ultimo il duo dei suoi assistenti ghostbusters Specs e Tucker della Spectral Sightings. I duetti tra i due sono spassosi e infilati li dove serviva, a smorzare e tirare il fiato, merito di Leigh Whannell ( è lui ad interpretare Specs ), autore di soggetto e sceneggiatura.
I complimenti vanno pure al regista Adam Robitel che senza voli pindarici regala un film solido, senza pretese, ma schietto e che sa puntare al sodo senza inganni.
di Alessandro Giglio