Non c'è dubbio ormai che Ian McEwan sia linfa preziosa per il cinema. Dopo L'amore fatale, Cortesie per gli ospiti, Espiazione ( col quale esordì proprio la protagonista del film di cui scriviamo oggi) , Lettera a Berlino e Il giardino di cemento, è la volta di Chesil Beach, suo romanzo del 2007, a essere proposto sul grande schermo.
E' il regista Dominc Cooke, alla prima esperienza cinematografica dopo un passato quasi esclusivamente improntato sul teatro ed una parentesi televisiva per The Hollow Crown, a trasporre il romanzo di McEwan.
E' lo stesso McEwan ad aver curato la sceneggiatura per Cooke e nel cast i due protagonisti sono Billy Howle (Edward Mayhew), di recente visto in Dunkirk, e Saoirse Ronan ( Florence Ponting) reduce dall'apprezzata interpretazione in Lady Bird. Emily Watson e Samuel West, sono rispettivamente madre e padre di Florence, mentre Anne Marie - Duff e Adrian Scarborough sono i genitori di Edward.
La trama
Chesil Beach è una rinomata spiaggia del Dorset, sud Inghilterra per intenderci. E' qui che i novelli sposi Edward e Florence hanno deciso di trascorrere la prima notte della luna di miele. Si sono conosciuti e innamorati al primo sguardo appena dopo gli studi universitari ma, complice la mentalità del tempo ( siamo nel 1962), non si sono mai conosciuti troppo appieno. E' la prima notte di nozze che fa da detonatore. Quel che ne seguirà sembra già scritto...
Cosa va e cosa meno
Ha una andatura lenta Chesil Beach, la stessa della campagna inglese cui appartiene il protagonista maschile della storia e ben interpretato da Billy Howle che, se ci si passa il termine, batte ai punti la dirimpettaia femminile Saoirse Ronan, non pienamente a suo agio nei panni di Florence. Impeccabili tutti gli altri interpreti, scelti a quanto pare con maniacale attenzione. Ottima è la fotografia e la ricostruzione storica. Funziona discretamente la struttura a flashback non semplice ed utilizzata soprattutto nella prima parte del film per restituirci i momenti salienti della storia d'amore dei due.
Un film delicato e quasi fuori dal tempo per le sue tematiche ( sicuramente di difficile appeal al botteghino). Una visione che richiede pazienza e sa anche ripagare se gustata con la giusta attenzione. Ci sono dei ma però ... Se dal principio tutto fila liscio, è la seconda parte a lasciare un pò a bocca storta lasciando il passo ad una commedia dolceamara che sa un pò troppo di già visto.
di Alessandro Giglio