Scritto e diretto da David Oelhoffen, Fratelli nemici - Close Enemies era transitato alla 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia riscuotendo un buon successo.
Quello di Oelhoffen è un thriller cupo, solido e avvincente in cui tanti sono i temi toccati. Le radici, la fratellanza, l’odio e la vendetta sono solo alcuni.
I protagonisti sono Manuel e Driss, rispettivamente Matthias Schoenaertse Reda Kateb che già aveva lavorato col regista classe ‘68 in Far from Men del 2014. Sono i pilastri della storia ma pure del film in quanto a prestazioni. Matthias si conferma davvero su alti livelli e dimostra ancora una volta come sia artista completo ed in grado di calarsi in ruoli sempre diversi non sentendosi mai a disagio.
Vale lo stesso per Kateb, autore di una prova maiuscola in un film in cui l’azione passa quasi in secondo piano e sono i risvolti psicologici i tratti più rilevanti.
I due sono nati e cresciuti nello stesso quartiere di periferia in cui la comunità araba è largamente presente. Se uno ha scelto la vita criminale ( Manuel), l’altro è schierato dalla parte opposta essendo un poliziotto a capo delle operazioni che riguardano il traffico di droga.
Quello che sta per realizzare Manuel è il suo affare più grande. Qualcosa va storto, qualcuno tradisce e ci scappa il morto. Nella rete dei sospetti ci finisce anche lui suo malgrado e la lotta per sopravvivere alla caccia dei poliziotti, ma ancor più della “sua gente” sarà faticosa quanto angosciante e lacerante.
I due uomini si incontreranno scoprendo di aver di nuovo l’uno bisogno dell’altro e che certi legami sono più forti di tutto e tutti.
Fratelli nemici in fondo ci presenta una storia in fondo già vista ma che ha il pregio di essere trasposta senza tentennamenti, senza banalità, scene melense o inciampi. Merito di uno script davvero pregevole e di un cast che fa la differenza oltre ai due già citati attori protagonisti.
Quello di David Oelhoffen è senz’altro un film che consigliamo.
Di Alessandro Giglio