Dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2018 nella sezione Alice nella città, il film di Mandelli continua il suo cammino il 3 aprile al Festival di Busto Arsizio prima di arrivare finalmente in sala il giorno seguente, 4 aprile.
L’opera prima del Nongio è frutto del soggetto di Fabio Troiano e Vincenzo Terracciano, entrambi autori della sceneggiatura insieme a Laura Sabatino.
Erano state più che buone le impressioni post Festival, quindi non siamo sorpresi del film, che c’ha davvero conquistato.
Candida, interpretata da una sorprendente Francesca Giordano, è una adolescente siciliana orfana di madre. La perdita del lavoro del padre ( bravissimo anche Rosario Terranova), costringe i due a lasciare la loro Terrasini e trasferirsi a Torino per trovare lavoro nella pizzeria in cui lavora già lo zio di Candida.
L’inserimento in città e a scuola non sarà facile per la ragazza. Bullizzata per le origini ed il suo fisico non proprio esile, Candida si mostra più forte di quel che ci si aspetta. Stringerà però amicizia con Jacopo, anch’egli vittima di tre suoi compagni di classe.
I problemi non cessano tra le mura scolastiche perché il padre di Jacopo (il ricco imprenditore interpretato da Gioele Dix) non sprizza di gioia al pensiero che suo figlio frequenti così assiduamente la ragazza.
Il film sorprende per la delicatezza con cui è capace di racontare temi tanto impegnativi. Un favola in cui i protagonisti sono i ragazzi ma non solo. Allo stesso modo può dirsi per il target cui è destinato.Il film sarà proiettato nelle scuole e ci sembra sicuramente una idea azzeccata, ma si propone anche ad un pubblico più adulto e specificatamente a tanti genitori.
Si parla di bullismo ma non solo in Bene ma non benissimo, e la chiave di volta sta nell’amicizia che si rivela salvifica. Due debolezze per intendersi fanno una forza.
Un film che vive su dualità calzanti, su tutte quella tra la “miglior mamma morta del mondo” per usare le parole di Francesca, e la mamma di Jacopo ( Euridice Axen in ottima forma): stupende entrambe nella loro diversità.
Proprio riferendoci a questo ci sembra che la mano di Mandelli abbia giovato molto al film. Il regista di e in Erba, come ha spiegato Troiano, ha voluto utilizzare il ruolo della madre di Candida prima non previsto, così come ha aggiunto una variante non da poco conto alla scena finale della festa.
E’ ancora grazie a lui se nel film tutte le figure, non solo le principali, hanno davvero un senso ( tra tutte quella dello zio Vito).
Qui non si scivola mai in cliché o luoghi comuni e conservandosi mai banale, il film diverte e fa riflettere.
Non è un film a tesi anche se rivela come il modo per tentare di riuscire a combattere certi atteggiamenti sia quello dell’inclusione e non della ritorsione, perché in fondo tutti i ragazzi sono vittime.
Tutti promossi quindi: sceneggiatori, produttori in primis, regia, cast e pure colonna sonora in cui spicca Shade con la sua hit presa in prestito per il titolo del film, che interpreterà se stesso. Mai come in altre occasioni questo è un film che avrà bisogno del passaparola. Noi facciamo il nostro, voi spettatori fate il vostro.
Di Alessandro Giglio