Star Wars.
Un titolo che da 42 anni modella l’immaginazione e i sogni di milioni di fan; un titolo che nel corso degli anni ha subito le sue mutazioni ed è stato caratterizzato da tantissime sfumature tra fumetti, romanzi videogiochi e racconti più o meno legati al “canone” o al così chiaccherato “universo espanso”.
The Rise of Skywalker è quindi il capitolo finale di una lunga saga che porta a compimento il percorso di generazioni di Jedi, Sith, alieni, uomini e donne di tutti i capitoli visti al cinema e a casa. Dispiace constatare però che sia un finale sprecato, come i due precedenti capitoli.
Che piacciano o no, che ci si sia affezionati o meno a questi nuovi personaggi, oggettivamente il nuovo ciclo di Star Wars fatica a mantenere coerenza, narrazione lineare e profondità nei personaggi.
Si potrebbero analizzare dettagliatamente molte delle scelte (di questo e dei precedenti due film) che potevano essere diverse ma, il vero punto debole di questa nuova trilogia è che non vi è spessore nei dialoghi e nei rapporti tra personaggi.
Dai protagonisti ai personaggi secondari, si passa ad un continuo scambio di dialoghi banali e battute di spirito davvero infantili che non arricchiscono nè scrutano in alcun modo il profilo psicologico di quelli che dovrebbero essere i nostri nuovi beniamini (buoni o cattivi che siano).
Tutto ciò porta dunque ad un finale che, inevitabilmente, ci lascia ad una sensazione confusa, come se mancasse qualcosa: Svanisce quella gioia di un lieto fine stile “Ritorno dello Jedi” costato vite e sacrifici, semplicemente perché tutto quello che ci siamo lasciati alle spalle e i personaggi che ci hanno abbandonato lungo il tragitto, sono pari al nulla.
Si, è vero, non ha certamente aiutato il cambio continuo di sceneggiatori e registi e, indiscutibilmente, la direzione presa nell’ottavo capitolo “The Last Jedi” ha particolarmente scosso il normale svolgimento della narrazione intrapresa dal settimo capitolo diretto da J.J.Abrams; ma dal 2015 a oggi, son passati ben quattro anni… quattro anni di tempo in cui la stesura di ben DUE sceneggiature avrebbe dovuto quantomeno portare qualche valore aggiunto a questa trilogia che porta a conclusione una saga amata e ben costruita da quel lontano 1977 ma che hanno dimostrato, invece, che alla fine dei giochi questa sia semplicemente stata un’occasione di batter cassa per chi sfrutta i diritti di questo prodotto.
Per il resto, tra ricercate citazioni al cuore classico delle passate trilogie, fan service a sazietà e scene decisamente dettagliate e graficamente sconvolgenti, qualche piccola soddisfazione questo film la regala. Ma è tempo di accettare il corso delle cose e (si spera in maniera definitiva) la fine di una lunga storia.
Star Wars è morto; lunga vita a Star Wars!
di Francesco Saverio Razzano