Da Nietzsche a David Bowie, numerosi sono gli artisti che nel tempo si sono innamorati del luogo che dà il titolo all’ultimo lavoro di Olivier Assayas: Sils Maria. Siamo in Engadina a 1800 metri sul livello del mare ed è qui che Wilhelm Melchior, drammaturgo amburghese ( ma anche botanico e filmmaker) scomparso 4 anni fa, ha concepito “Maloja Snake”, opera cardine della sua filmografia. Pressochè sconosciuto fuori dei confini patri, gode di grande fama in Svizzera dove ha preso nazionalità, e in genere nel mondo di lingua tedesca.
La protagonista di “Sils Maria” è Maria Enders (Juliette Binoche che torna a lavorare con Assayas dopo “L’ora d’estate” del 2008), una celebrata attrice di fama internazionale, cui viene offerta l’opportunità di tornare a recitare nell’opera di Melchior che la portò alla ribalta vent’anni prima.
Questa volta però le si chiede d’interpretare Helena e non Sigrid. Non più la giovane, affascinate e spregiudicata che spingerà al suicidio il suo capo in una burrascosa liason dal sapore saffico, ma il suo capo, la fragile sebbene ben più matura Helena. Chi la cerca per la parte è il regista in rampa di lancio e molto apprezzato da critica e pubblico, Klaus Diesterweg (Lars Eidinger). Una decisione difficile da prendere per una scelta che la vedrà affrontare il tempo trascorso e la giovinezza che sta sfumando.
Un ruolo decisivo sia per la scelta che per lo studio della parte l’avrà Valentine l’assistente di Maria, una brillante e sempre più puntuale Kristen Stewart che dopo “Still Alice“ al fianco di Julianne Moore, regala un'altra bella prova. Insieme le due donne partiranno proprio alla volta di Sils Maria per lavorare sul personaggio di Helena: li dove l’autore aveva dato vita alla storia originale.
Così come i personaggi di Melchior, anche quelli del film vivranno una mutazione continua in un film tutto fatto di dialoghi spietati e verbosi ma in cui la traccia più profonda la lasciano i silenzi e le frasi non dette. I tempi sono dilatati in questo racconto che sembra voler rispettare gli stessi ritmi di queste valli in cui l’uomo è pura appendice. I temi sul piatto sono tanti: dal rileggere il proprio passato per capire il presente, al fare i conti con esso. La fama e la sua difficile gestione. Internet e la frenesia di notizie. Vita e teatro ancora una volta si fondono e la forza che sa imprimere la Binoche nella sua interpretazione rafforzano senz’altro un film che vive di alti e bassi.
Ben reso lo scontro generazionale con chi interpreterà il ruolo che un tempo era stato di Maria. Brava davvero Chloe Grace Moretz nel pur difficile compito che le è affidato, in grado di passare agevolmente dall’ingenuità e trasparenza dei suoi 18 anni alla stessa cattiveria involontaria che solo i giovani di quell’età sanno avere.
Il film ci dice che è inutile perdersi nei ricordi e tra le tante frasi che ho apprezzato una mi resta in mente: “La crudeltà è attraente, soffrire fa schifo”, chi vedrà il film capirà bene di cosa sto scrivendo.
Il film in concorso a Cannes 2014, è distribuito da Goodfilms e arriva insala il 6 novembre.
"Sils Maria" : i dati tecnici
Regia: Olivier Assayas
Sceneggiatura: Olivier Assayas
Produttore: Karl Baumgartner, Charles Gillibert, Thanassis Karathanos, Jean-Louis Porchet, Gérard Ruey
Casa di produzione: CG Cinéma, CAB Productions, Ezekiel Film Production, Pallas Film, Vortex Sutra, arte France Cinéma
Distribuzione (Italia): Good Films
Fotografia: Yorick Le Saux
Montaggio: Marion Monnier
Scenografia: François-Renaud Labarthe
Costumi: Jürgen Doering
Sils Maria: il CAST
Kristen Stewart: Valentine
Juliette Binoche: Maria Enders
Chloë Grace Moretz: Jo-Ann Ellis
Brady Corbet: Piers Roaldson
Johnny Flynn: Christopher Giles