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"Mommy" : la recensione

Domenica, 30 Novembre 2014 10:38

Nessuno dei suoi primi quattro film era mai sbarcato nei nostri cinema. Ignorato da Bertolucci al Festival del Cinema di Venezia del 2013, dobbiamo ringraziare GoodFilms, ma soprattutto il Festival di Cannes che nell’ultima edizione ha premiato Xavier Dolan ed il suo “Mommy” con il Premio della Giuria.

Girato con il formato d’immagine 1:1, il quadrato è risultato perfetto per la galleria di ritratti che il talentuoso attore e regista franco canadese mette in scena nel suo nuovo lavoro.

I suoi appena 25 anni lo candidano come uno dei più promettenti cineasti e lasciano sbigottiti e ammirati per tanta bravura. Il film è dominato da tre personaggi: Steve, Die e Kyla.

Il primo è un quindicenne affetto da sindrome da deficit di attenzione di cui si cura esclusivamente la mamma Die da quando il marito è morto e lui è uscito dal riformatorio.

Steve è interpretato dal trascinante e affabulante Antoine-Olivier Pilon. Steve è rozzo, selvatico, violento. Steve è delizioso, amorevole, delicato. Steve è furioso, isterico, volgare. Steve è vivo, Steve è Libero!

E’ incredibile come l’attore canadese classe '97 si immerga in un ruolo così difficile e delicato senza perdersi,  riuscendo a toccare una gamma così complessa e varia di emozioni.

Una prova superba la sua che fa il paio con quella di Anne Dorval, già musa di Dolan in “Les Amours imaginaires” e “J’ai tuè ma mère”, film d’esordio del regista datato 2009 ed il più spiccatamente autobiografico.

Mommy è lei, una donna tremendamente forte, “un soldato inarrestabile” per usare le parole del regista.

Kyla (Suzanne Clèment) è la ventata di novità nelle loro vite. La donna, con evidenti problemi di balbuzie, dovute presumibilmente a qualche trauma cui non si fa cenno nel film, si è presa un anno di stop dal suo lavoro d’insegnante. Questo le darà tempo e modo di entrare negli ingranaggi di quella “folle famiglia” che gli abita di fronte cambiando forse per sempre l’inerzia della sua vita.  

Xavier Dolan

E’ un film complesso e allo stesso tempo immediato quello di Dolan, lontano dagli stereotipi e dalla visione che facilmente ci avrebbe regalato un cineasta che non ha mai vissuto certe problematiche.

 

Di sicuro ne sarebbe scaturito un film cupo e dolente con tutti i clichè del caso. Gli stessi che Xavier è interessato a schivare. Non ha interesse a parlare degli ultimi come sconfitti e in questa storia di sconfitti e arrendevoli non ce n’è. Il suo è un inno alla speranza e alla lotta sui generis in cui ogni spunto narrativo è ben calibrato. Supportato dalla fotografia di Andrè Turpin, il film del regista canadese ha tra i punti di forza la colonna sonora. Sono almeno tre le scene che mi hanno fatto sobbalzare e tutte hanno come comune denominatore il sottofondo musicale. Una su tutte l’ascolto di Wonderwall degli Oasis mentre Steve è ai pedali della sua bicicletta: un pezzo di grande cinema.

Basta chiacchiere, dovete solo uscire di casa e portarvi dietro quanti più amici potrete ( dal 4 dicembre sarà in sala): un altro cinema è possibile! Anche per questo Dolan regala Speranza.

In bocca al lupo a lui (anche produttore, montatore e costumista)e a tutto il cast per la notte degli Oscar. Il film è tra le 83 “pellicole” selezionate…chi vivrà vedrà…        

 

 

 

DATI TECNICI

 Regia: Xavier Dolan

Sceneggiatura: Xavier Dolan

Produttore: Xavier Dolan, Nancy Grant

Casa di produzione: Metafilms

Distribuzione (Italia): Good Films

Fotografia: André Turpin

Montaggio: Xavier Dolan

Musiche: Eduardo Noya

Costumi: Xavier Dolan   

 

CAST

Anne Dorval: Diane (Die) Després

Antoine-Olivier Pilon: Steve O'Connor Després

Suzanne Clément: Kyla

Alexandre Goyette: Patrick

Patrick Huard: Paul Béliveau