Otto anni dopo “Il vento che accarezza l’erba” che gli valse la Palma d’Oro a Cannes il regista ci trascina nuovamente in terra d’Irlanda. Gli anni in quella occasione erano quelli tra il 1919 ed il 1921, giusto a cavallo tra la guerra d’indipendenza irlandese e la successiva fratricida guerra civile.
Stavolta siamo un decennio più tardi e le vicende del film sono tagliate sulla figura di Jimmy Gralton leader del Revolutionary Worker’s Groups.
Dopo esser fuggito dal suo paese ed esser migrato a New York, Jimmy torna a casa (nella contea di Leitrim) a dieci anni di distanza, per prendersi cura della madre rimasta sola.
Al suo arrivo trova ad aspettarlo gli amici di un tempo e tanti giovani che vorrebbero riaprire la Pearse - Connolly Hall, ora in stato di abbandono e che lui stesso aveva contribuito a creare anni prima.
Gli ci vorrà poco e la Hall tornerà a splendere. Sala da ballo, sede di corsi di pittura, letteratura e perfino palestra per la boxe. Un luogo ricreativo lontano dall’invadenza del Governo e dalla Santa Madre Chiesa uniti a filo doppio nel controllo delle “anime d’Irlanda”.
Quel luogo diretto da un ateo e comunista era perfetto per attirare le invettive e l’ostilità di Padre Sheridan e dei ricchi proprietari terrieri cui Jimmy ed i suoi mettevano i bastoni tra le ruote. Se a questi si uniscono anche quelli dell’Army Comrades Association (associazione cattolica irlandese ultraconservatrice), ecco che per Jimmy soprattutto, ma anche per i frequentatori della Hall (non proprio un manipolo di pericolosi comunisti), ha inizio una vera odissea.
Lotta di classe e politica, speranza, autodeterminazione e amore sono il perno su cui ruota la trama di un film in cui la musica ( del “demonio”?) è colonna portante.
Le ambientazioni sono impeccabili, l’atmosfera di quegli anni e l’anima più vera del popolo irlandese, che bene conosco, è resa al meglio. Ottimi gli attori a cominciare dal protagonista Barry Ward, passando per Simone Kirby che interpreta Oonagh, vecchia fiamma di Jimmy prima che questi fosse costretto a riparare negli States.
A scricchiolare mi è parsa la sceneggiatura di Paul Laverty un po’ troppo ingessata e soprattutto la visione di Loach e ci mette di fronte al bene contro il male. Bianco contro nero senza troppe sfumature se non, appena abbozzata, nella figura del perfido Padre Sheridan ( un Jim Norton davvero in palla).
Sarà facile empatizzare con il protagonista della storia e ovviamente ci casco dentro anche io che vi scrivo pur non essendo queste le storie che preferisco e che mi appassionano. Tutto mi pare troppo semplice e catalogato benché in qualche misura lo si possa aspettare da un autore tanto schierato.
E’ un film che lascia comunque momenti di grande cinema come negli scontri verbali tra il “pericoloso leader comunista” ed il parroco. Su tutti il ballo senza musica tra Jimmy e Oonagh: uno dei più intensi e coinvolgenti che ricordi. Un momento delicato, sensibile e misurato che forse solo un autore come Loach poteva regalare.
Sono aperti i dibattiti, il giudizio come sempre è vostro. Distribuito da Bim il film arriverà nelle sale italiane il 18 dicembre.
CAST ARTISTICO
Jimmy Gralton: Barry Ward
Oonagh: Simone Kirby
Padre Sheridan: Jim Norton
Padre Seamus: Andrew Scott
Mossie: Francies Magee
Tommy: Mikel Murfi
Molly: Sorcha Fox
Dezzie: Martin Lucey
CAST TECNICO
Regia: Ken Loach
Prodotta da Rebecca O’Brien
Scritto da Paul Laverty
Direttore della Fotografia: Robbi Ryan
Montaggio: Jonathan Morris
Musica: Gorge Fenton