Dopo “Jersey Boys” che raccontava le origini del gruppo “The four season”, il regista premio Oscar torna su quel “terreno di guerra” che gli aveva e ci aveva regalato “Lettere da Iwo Jima” e “Flags of Our Fathers”. Basato su una storia vera e sul libro “America Sniper” scritto da Chris Kyle insieme a Scott McEwan e Jim DeFelice, il film ci riporta alla guerra in Iraq con la caccia ad Al-Zarqawi e la storia del cecchino autore e protagonista del libro.
Non vi fate ingannare da chi vi dirà che questo non è un film sulla guerra, di scena di battaglia ce ne sono in abbondanza. E’ però, per il tipo di guerra casa per casa, un conflitto che ha il sapore del thriller, che non lascia nulla di retorico e ti sbatte in faccia tutta l’atrocità che qualche volta passa sotto silenzio. Allo stesso tempo però, senza che la cosa sembri assurda, sullo schermo si sonda il lato umano della guerra. Il motto che ho citato poco sopra è uno dei perni su cui si basa la storia intera e Kyle lo ha incarnato al meglio.
“…Te lo devo dire: non ti ricordi di quelli che hai salvato. Non ti scordi di quelli che non hai salvato…Sono proprio quei volti e quelle situazioni che faranno parte di te per sempre.” Proprio questa frase di Chris riassume al meglio l’altro nucleo del film. Quei volti che il reduce non riesce a scordare e renderanno traumatico il suo rientro a casa.
La guerra continua anche quando finisce per il soldato. Sono tanti i film che ci hanno parlato di questo, ma Eastwood sa dargli un’altra angolatura aiutato dalla misurata e puntuale interpretazione di Bradley Cooper nei panni di Chris che figura anche tra i produttori del film.
Ancora una volta violenza e giustizia con Eastwood si intrecciano in una storia che sembra essere il paradigma perfetto del cittadino americano basato tre cardini: Dio, Patria e Famiglia. Il padre di Chris lo ha allevato così dividendo gli uomini in tre categorie: “i predatori, gli agnelli e i pastori del gregge”. E’ in questo modo che cresce in Chris, sin da bambino, il senso di protezione per chi è debole ed ha bisogno d’aiuto. Un senso del dovere fortissimo che si scontrerà con i doveri dell’uomo verso la sua famiglia. Ad attenderlo a casa, al rientro da ogni missione, il soldato trova la moglie Taya, interpretata da una efficace Sienna Miller, e i figli che stanno crescendo lontani dal padre.
Cooper è autore di una trasformazione fisica prodigiosa per assomigliare al protagonista che va di pari passo con quella interiore, aiutata dal fatto di aver conosciuto personalmente il “cecchino texano".
Stesso discorso per la Miller che prima di conoscere la vera Taya a Los Angeles poco prima dell’inizio delle riprese, aveva avuto modo di parlare molto con lei su Skype.
Clint ama raccontare storie di “personaggi normali” che si distinguono per qualcosa di veramente unico ed è proprio quella normalità che ti fa entrare in empatia con il personaggio. Suspance, azione, thriller, dramma, solidarietà, speranza e riconoscenza si fondono al meglio in un film che se non è un capolavoro resta abbondantemente sopra la media e una bella occasione per iniziare col passo giusto l’annata cinematografica 2015.
INTERPRETI E PERSONAGGI
Bradley Cooper: Chris Kyle
Sienna Miller: Taya Renae Kyle
Kyle Gallner: Winston
Jake McDorman: Ryan Job
Brian Hallisay: Capitano Gillespie
Luke Grimes: Marc Lee
Sam Jaeger: Capitano Martens
Max Charles: Colton Kyle
Keir O'Donnell: Jeff Kyle
Cory Hardrict: D
Navid Negahban: Sheikh al-Obeidi
Eric Ladin: Squirrel
CAST TECNICO
Regia: Clint Eastwood
Soggetto: Chris Kyle (autobiografia)
Sceneggiatura: Jason Dean Hall
Produttore: Clint Eastwood, Bradley Cooper, Andrew Lazar, Robert Lorenz, Peter Morgan
Produttore esecutivo: Tim Moore
Casa di produzione: Warner Bros., 22 & Indiana Pictures, Mad Chance Productions, Malpaso Productions, Paragon Studios, Village Roadshow Pictures
Distribuzione (Italia): Warner Bros.
Fotografia: Tom Stern
Montaggio: Joel Cox, Gary D. Roach