Invece di sfruttare l’onda del successo al Lido che valse la Coppa Volpi ai due protagonisti, Adam Driver e Alba Rohrwacher, il film del regista romano arriverà nei cinema italiani il prossimo 15 gennaio. Una scelta precisa anche se un po’ inconsueta quella fatta dal regista insieme alla produzione (Wildside e Rai Cinema).
Ci voleva un processo di macerazione probabilmente, di decantazione come avviene con certe bottiglie di pregio perché pregevole è di certo “Hungry Hearts”.
Costanzo riscrive diversi punti della storia originale spostando la trama dalla città di Padova a quella di New York. E’ qui che il cineasta si trasferì tempo fa e realizzando il documentario a puntate sulla vita del Caffè Milleluci ed è questa che ritiene essere la città più adatta per la sua opera.
Una città che ama ma che sa essere ostica da affrontare. “Non riuscivo a visualizzare questa storia a Roma, perché New York è una città molto più aggressiva e dove si sente molto il desiderio di difendersi da quel che c’è fuori.”
La stessa ostilità che avrà Mina (Alba Rohrwacher) nel far incontrare suo figlio con la Grande Mela, ma facciamo un passo indietro.
L’incontro tra i due protagonisti avviene in modo davvero buffo: restano chiusi nel bagno di un ristorante cinese in cui poco prima Jude (Adam Driver) si era rifugiato colpito da dissenteria. Imbarazzo e cattivo odore sono il viatico della relazione dalla quale poco dopo nasce un figlio.
E’ dal momento della nascita che la donna dimentica di esser tale e nella convinzione di sapere cosa sia il meglio per il proprio bambino estromette o tenta di farlo, il marito dalle decisioni che lo riguarderebbero come padre.
Un senso di possesso che se parte da buone intenzioni si tramuta in una folle ossessione all’insegna di una presunta protezione.
Nessun contatto con quella città caotica e fumosa, niente cibo di origine animale a costo di andare di fronte a mille problemi per il bimbo. Un istinto materno che in qualche modo diventa istinto di morte. Una donna che molti di voi arriveranno a detestare ma che lo sguardo del regista cerca di non giudicare. Una prova tremendamente difficile soprattutto per la Rohrwacher che sembra fatta apposta per la parte con la sua parlata abitualmente quasi stentata e tremula derivante da una certa ritrosia e forse timidezza.
Quei cuori affamati lo sono di un amore così forte che degenera e diventa divoratore. Bella prova anche per Adam Driver, un uomo presente che cerca di barcamenarsi tra l’amore per la sua donna e quello per il bambino che sente di dover salvare.
Un periodo di grazia per l’attore californiano che sarà il protagonista dell’attesissimo “Star Wars” di J.J. Abrams insieme ad Harrison Ford. Lo vedremo nel cast di “Silence” per la regia di Scorsese con Liam Neeson ed Andrew Garfield (The Amazing Spiderman) e al fianco di Naomi Watts, Ben Stiller e Amanda Seyfried in “While we’re young”.
Nella riuscita delle interpretazioni dei protagonisti gran merito ce l’ha l’occhio di Saverio Costanzo, l’uso del grandangolo spinto in certe scene restituisce alla perfezione l’ambiente di casa/bunker che ovatta ed isola. Un grandangolo che deforma il corpo della donna rendendola ancora più filiforme. Un film girato in Super 16 che nasce da una urgenza nel filmare (Driver sarebbe slittato altrimenti) e dai mezzi che si potevano utilizzare (un film girato come forse lo si faceva vent’anni fa ha ricordato il regista in conferenza stampa).
C’è tanto che non può esser raccontato e tanto altro che non voglio raccontare.
Il 15 gennaio il film uscirà in 150 copie e nelle grandi città ci sarà una copia sottotitolata. Vi invito a cercare proprio quest’ultima.
DATI TECNICI
Regia: Saverio Costanzo
Sceneggiatura: Saverio Costanzo
Produttore: Mario Gianani, Lorenzo Mieli
Fotografia: Fabio Cianchetti
Montaggio: Francesca Calvelli
Musiche: Nicola Piovani e Leonardo Trudy Colombati
Scenografia: Amy Williams
Costumi: Antonella Cannarozzi
Trucco: Liz Coakley