Una fotografia del 1927, ventinove uomini in posa, diciassette dei quali erano o sarebbero presto diventati premi Nobel. Albert Einstein, Max Planck, Werner Karl Heisenberg, Erwin Schrödinger e altri eminenti fisici stanno partecipando al Congresso Solvay di Bruxelles, dedicato agli elettroni e ai fotoni. E’ l’alba della fisica quantistica. Lo scatto, famosissimo, è stampato su tutti i libri di scienze. Gabriella Greison, fisica e giornalista scientifica, ne indaga un aspetto poco conosciuto nel suo nuovo romanzo, “L’incredibile cena dei fisici quantistici”, edito da Salani.
“Io sono ossessionata da questa foto. Quando facevo fisica a scuola, i professori ce la facevano vedere così, di sfuggita e poi subito formule, compiti a casa. Come se dicessero ‘voi non vi potete avvicinare a questa foto, non ne siete all’altezza’. E invece io la guardavo e dicevo: ‘Ma Einstein cosa fa con questa mano che nasconde, cos’ha la là dietro? Ma guarda Planck con la sigaretta… ma guarda Schrödinger che guarda da un’altra parte. Ma com’è vestito? Ha un abito leggero, di lino, un papillon, dei buffissimi occhialini. Tutti gli altri sono vestiti rigorosamente di nero e invece lui veste così. Perché? E Heisenberg? Ha appena messo la gelatina in testa? Guardavo ognuno e dicevo: ‘Ma che carattere hanno?’”, racconta Greison ai microfoni di Radio Libera Tutti.
“Per anni sono stati i miei amici immaginari. Nella mia camera avevo questa fotografia e ci parlavo, mi confidavo, mi consigliavano quando ero triste o quando ero felice. Come succede a tutti con i poster dei cantanti o dei calciatori. Sono andata a Bruxelles e sono andata a vedere com’era questa scalinata dove erano seduti. Sono stata tanti mesi in Belgio per riuscire a ricostruire quella settimana che hanno passato insieme. Ho letto i racconti nelle lettere che si scambiavano e ho capito il lato umano di tutti loro”.