Il Teatro dell’Orologio è una piccola ma importantissima realtà nel panorama romano. Collocato a pochi passi da Piazza Navona, giunto al suo venticinquesimo anno di vita, questo teatro ritrae una piacevole scoperta. Una porta di legno rossa che spicca e si distingue senza però dare troppo nell’occhio, accompagna lo spettatore in uno spazio familiare, di piccole dimensioni ma non per questo angusto; uno spazio che evoca piacevoli sensazioni in un’atmosfera che ci trascina nelle profondità dell’essenza del teatro stesso. Questa percezione è data, suppongo, dalla struttura stessa dell’edificio; collocato leggermente al di sotto del livello della strada, le scale che il futuro spettatore scende, subito dopo aver varcato la soglia, si traducono nella volontà di volerlo accompagnare per mano in quel mondo, invitandolo a lasciarsi alle spalle tutto il resto.
Road Movie è uno spettacolo coraggioso, per niente semplice da realizzare. Un monologo di novanta minuti, audace, che ci parla sì del viaggio ma anche di vita e di morte. Di amore, soprattutto. Ci parla prima sottovoce, poi gridando, della malattia. Quella silenziosa belva nera che divora, calpesta, uccide. Quella malattia che si ha paura anche solo di nominare perché agisce subdola, perché predilige le giovani vite e che inizialmente venne associata solo ad un determinato gruppo di individui aventi uno specifico orientamento sessuale. Road Movie è uno spettacolo di Godfrey Hamilton, ambientato negli Stati Uniti al principio degli anni ’90 quando gli slogan erano di gran moda e tra questi spiccavano quelli in cui giovani voci chiedevano una cura per l’AIDS e indietro i loro amici. Joel è un uomo trentenne che cerca l’amore nei luoghi sbagliati, negli angoli scuri dei locali notturni, masticato e rigettato dal suo stesso desiderio. Joel ha una sola colpa, quella che da a sé stesso; l’omosessualità. I suoi genitori probabilmente non l’hanno mai accettato e per questa ragione, seppur morti, gli si presentano puntuali ai piedi del letto ogniqualvolta quest’ultimo sta per fare l’amore con qualcuno. Joel scopre però che può lasciarsi andare e trova Scott, quasi per caso, che gli insegna a “fidarsi solo di ciò che si muove”. I due però vivono vite dissimili, lontani nello spazio l’uno dall’altro. Joel intraprenderà un viaggio di cinque giorni nel quale attraverserà diversi stati per raggiungere Scott e abbracciarlo di nuovo, stavolta più forte.
Angelo Di Genio è il solo attore di questa rappresentazione, sebbene si faccia fatica a crederlo. Una sfida, la sua, vinta a pieni voti e con grande umiltà. Per tutta la durata dello spettacolo, la voce dell’attore è supportata magistralmente da Giorgio Bernacchi, al violoncello e al pianoforte.
Scritto per la compagnia angloamericana Starvig Artist Theater, Road Movie ha vinto nel 1995 il Fringe First Award al festival di Edimburgo mentre Angelo Di Genio, grazie a questa piccola perla, si è aggiudicato il consenso della critica e del pubblico, confermando il suo talento indiscusso.
di Melissa Blasi